Cittadini di una società nuova

Open Day a Firenze per l’Istituto universitario Sophia: un laboratorio aperto alla ricerca di senso e di felicità
Sophia

Prove di un’università animata dall’obiettivo di formare cittadini di una società nuova: all’Istituto universitario Sophia si può fare, quanto meno a giudicare dal confronto e dai contributi emersi nel primo Open day fuori dalla cittadella di Loppiano, Incisa Val d’Arno, dove ha sede l’Istituto. Ad ospitare la mattinata d’apertura e incontro nei giorni scorsi la Sala Giordano del Palazzo Medici Riccardi, sede della Provincia di Firenze, per un’iniziativa che ha coinvolto docenti, studenti e quanti hanno voluto accostarsi a testimonianze e informazioni fornite in merito all’attività dello Ius.

Il “battesimo cittadino” a Firenze giunge al sesto anno di vita per Sophia, già forte tuttavia di caratteristiche specifiche ormai assodate come l’interdisciplinarietà, che caratterizza i piani di studio tra i saperi e la commistione di culture che rende l’esperienza di studio un’esperienza di comunione tra docenti e studenti. «L’Istituto Sophia intende porsi come laboratorio aperto in cui ci confrontiamo gli uni gli altri e in cui risorse costruttive trovano casa e si interrogano in un’ottica di ricerca di senso e felicità, tra le concezioni del bene», afferma tra i relatori Daniela Ropelato, professoressa di Scienza politica, che enuncia anche le grandi linee prospettiche della declinazione del concetto di fraternità, fondante la stessa idea di sviluppo accademico dell’Istituto: «Non uno studio astratto ma uno stile relazionale al servizio di ogni ambito, una tendenza universale che appartiene all'anima di ogni diversa cultura».

Ne è ulteriore prova, tra le altre testimonianze degli studenti alternatisi al microfono, la testimonianza dell’ingegnere egiziano Rami Boulos: «Passare dalla mia rivoluzione, dalla piazza egiziana, alla grandiosa esperienza di Sophia è per me motivo di crescita a 360° di cui sono grato alla comunità accademica», ha affermato Rami.

Ospite d’eccezione e graditissima voce al tavolo dei relatori la scrittrice Lorella Zanardo, la quale ha posto in particolare l’accento sulle opportunità di studio in chiave di senso a Sophia, constatando la necessità di partire dai nuovi media per cambiare senso alle stesse linee d’indirizzo, come alle relazioni, che rischiano di minare la società: «Scendere dal piedistallo della sapienza, incidere nella società di Tv e social a partire da quelle che sono le sfere al momento più battute dall’opinione pubblica, per ripartire da lì verso un cambio di senso».

Uno specchio economico di riferimento è stato invece fornito da Benedetto Gui, professore di Economia politica, il quale ha ricordato come la riflessione anche in chiave economica sul senso di determinate scelte necessiti di luoghi di riscrittura di parametri d’indirizzo che orientino un sistema economico in grado di sostenere lavoro, beni convenzionali e relazionali: «È un dato ormai assodato, attraverso studi statistici rilevanti, che la felicità dipenda molto poco da parametri economici standard ‒ ha affermato –; pensate ad esempio che molte visite dallo psichiatra sono dovute a infelicità legata al contesto di lavoro mentre spesso avere una persona cara o pronta ad aiutare nelle vicinanze è conclamato fattore di felicità».

Fondante il riferimento a formazione e istruzione, fornito da Rosa De Pasquale, docente ed ex parlamentare, la quale ha sottolineato come «la formazione influenzi radicalmente il benessere ed apra vie di scambio culturale, economico e politico altrimenti chiuse» e che per questo motivo non possa passare dalla considerazione che sia solo «un check up statistico» atto a valutazioni di titoli. «Quando gli uomini smettono di sognare cattedrali non sanno fare più nemmeno soffitte decenti»: è sulla celebre espressione di Mounier, menzionato dalla stessa De Pasquale, che l’Istituto Sophia irrobustisce la sua offerta accademica, umana e di senso rispetto alle sfide della società odierna, in un’ottica di unità nella diversità.

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