Cittadina benemerita
La città di Loreto ha conferito la cittadinanza benemerita a Chiara Lubich, a settant'anni esatti dal viaggio al santuario che è stato di così grande ispirazione per la fondatrice dei focolari.
Forse non a caso nella giornata del 25 ottobre per le strade di Loreto c’era gran folla assieme ai focolarini: dai Cavalieri di Malta, col loro patrimonio di dolore, ai ragazzi dell’Azione cattolica, con la loro verde felicità. Non a caso, perché il carisma di Chiara Lubich è venuto in luce – al Palacongressi issato sulla collina dinanzi alla cupola del Vanvitelli del santuario più originale d’Italia, gremito da più di mille persone – come «irriducibile apertura da conservare a tutti i costi», secondo l’auspicio del vescovo mons. Giovanni Tonucci, o come «fermento per tutti, perché basato sull’intero mistero pasquale», secondo il pensiero del prof. Antonio Maria Baggio docente a Sophia, uno dei relatori.
La città di Loreto ha voluto conferire la “cittadinanza benemerita” alla fondatrice dei Focolari, «riparando a una grave dimenticanza fatta quando era in vita», precisa il presidente del consiglio comunale, Silvano Montironi. E lo ha fatto nella semplicità e nella solennità di una manifestazione pubblica in cui si sono rievocati, anche con momenti artistici, i fatti che settant’anni addietro hanno legato Silvia, la maestrina di Trento, alla casa della famiglia di Nazareth e alla cittadina che la ospita.
Giulia “Eli” Folonari – per cinquant’anni accanto a Chiara nella sua «avventura dell’unità», ha testimoniato l’importanza che sempre hanno avuto i giorni lauretani del 1939 per l’ispiratrice dei Focolari. Mentre Maria Voce, prima presidente dopo di lei, ha tracciato «l’attualità che essi hanno per coloro che continuano a vivere e diffondere il messaggio dell’unità». Non solo come un messaggio spirituale, ha precisato Luigino Bruni, docente alla Bicocca di Milano, «ma con implicazioni nell’economia, nella politica, nei media e in tutti gli ambiti dell’agire umano».
Moreno Pieroni s’è detto «fiero come sindaco e come persona di poter contare su una “nuova lauretana” come Chiara, vera maestra di vita in questi tempi di smarrimento civile, politico e sociale».