Città Nuova, un format per il patto educativo
Le fratture e le contrapposizioni che caratterizzano la nostra società nascondono, spesso, una paura della diversità e della differenza capace di «far ammalare le relazioni», con gravi conseguenze per le persone e per le comunità. In questo contesto difficile e complesso, l’educazione è chiamata ad avere un ruolo pacificatore, a formare persone capaci di comprendere che le diversità non ostacolano l’unità, ma al contrario sono indispensabili per arricchire la propria identità e la comunità. Purtroppo, però, afferma papa Francesco, il patto si è rotto. Dunque deve essere ricostruito. La proposta del papa, lanciata lo scorso mese di settembre, di organizzare un evento, in Vaticano, il prossimo 14 maggio, per fondare una nuova alleanza educativa, ha dato vita a un’onda di partecipazione internazionale, finalizzata alla riflessione, allo studio, alla ricostruzione di una alleanza educativa necessaria per «formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna».
Per raggiungere questi obiettivi, però, serve coraggio. Innanzi tutto per mettere al centro la persona, per valorizzarla, per farla crescere, insieme alla comunità. Ma anche per tornare a collaborare, per “rivoluzionare” ciò che ormai non funziona più.
Per riflettere sulla proposta del papa, cercando di individuare piste di dialogo, di crescita e di confronto, sabato 22 febbraio a Castel Gandolfo si è svolto un focus sul patto educativo, nell’ambito dell’incontro annuale del Gruppo editoriale Città Nuova.
Un appuntamento al quale hanno partecipato il regista Fernando Muraca (autore di Liberamente Veronica), la pedagogista Carina Rossa (membro del Comitato per il Patto educativo e coautrice di Custodire l’infanzia), il docente universitario Ugo Morelli (psicologo, autore di Eppur si crea e coautore di Dialogo dunque sono), la studentessa Cristina De Carolis, l’insegnante ed educatrice Patrizia Bertoncello (autrice di Bambini nei guai e redattrice del giornalino per bambini Big).
Il format è stato una sorta di esperimento, il “numero zero” di un progetto formativo promosso dal Gruppo Città Nuova insieme ai suoi autori e sostenitori e con la collaborazione del Movimento dei Focolari Italia, per approfondire dei temi specifici, attraverso dirette streaming e registrazioni video. Il progetto vuole contribuire all’individuazione di nuovi strumenti di formazione, all’attualizzazione delle conoscenze, per rispondere alle richieste diffuse che vengono da singole persone, comunità, istituzioni civili ed ecclesiali.
«Città Nuova – hanno ricordato nel loro saluto iniziale Rosalba Poli e Andrea Goller, responsabili del Movimento dei Focolari Italia – è nata per formare, informare e tenere collegati» i lettori. Per contribuire alla diffusione di esperienze e buone pratiche nate dalla vita, ma anche per riflettere sui cambiamenti sociali, per cercare di promuovere punti di vista più fraterni e un pensiero culturale diverso: aperto, accogliente, dialogante, entrando con rispetto nelle fratture, nelle piaghe sociali, nelle spaccature, cercando di portare la pace lì dove si genera odio, per ricomporre in unità i frammenti.
È un cantiere aperto, che ha bisogno di persone disposte a mettersi in gioco e a rischiare per un obiettivo più grande. Del resto, come ha affermato nei giorni scorsi papa Francesco, l’educazione è un movimento inclusivo, che non lascia fuori nessuno.
Ed è un movimento di squadra: non è mai frutto dell’impegno e dell’azione di una singola persona o istituzione. È inoltre capace di rinnovarsi, di trovare le parole giuste per parlare e farsi comprendere. È una percorso rivoluzionario e anche noi di Città Nuova vogliamo provare a dare il nostro contributo.