Città Nuova al Salone
1500 espositori affrontano l’incertezza del futuro del libro di carta.
Finito inopinatamente nel tritacarne delle elezioni amministrative che invitavano a dare, a ogni avvenimento, una lettura politica, il Salone internazionale del libro di Torino ha certamente sofferto delle polemiche spesso strumentali cui anche la cultura in Italia presta il fianco.
Da ciò, non si può prescindere guardando all’avvenimento come ad una radiografia da cui trarre diagnosi sulla salute (mentale) del nostro Paese. Intanto è uscita su Città Nuova on line un’intervista al direttore editoriale dell’editrice Donato Falmi, riguardante il tentativo “da parte di certi editori cosiddetti laici” di classificare come di serie B i “cosiddetti editori cattolici”.
«La presenza nelle librerie laiche dei libri editi da editori che hanno un riferimento ideale cattolico – precisa Falmi – è nei fatti spesso ostacolata: c’è una reale difficoltà anche commerciale di essere trattati alla pari. Non è però il caso di innalzare steccati: penso che un corretto rapporto fra gli editori di diverse ispirazioni debba essere improntato al rispetto e alla stima reciproca e non solo alla concorrenza. Non deve nutrirsi di pregiudizi, ma di un reale e appassionato confronto sulla produzione concreta e sulle linee editoriali».