Città allagate, di chi è la colpa?
Un vecchio e strausato proverbio sentenziava: «Piove, governo ladro!». Mai come in questi giorni questo antico adagio torna di attualità per tutte le polemiche suscitate dalle allerte meteo, dalle liti tra regioni e comuni e così via, scaturite dopo i gravi danni che si sono avuti per le piogge dei giorni scorsi.
E se a Livorno l’esito dei temporali è stato drammatico, a Roma – nonostante allagamenti e disagi e le metropolitane bloccate – ha avuto anche un risvolto per così dire goliardico.
È successo a Virginia Raggi, che ai tempi di Ignazio Marino sindaco ironizzava sul web: “Domani piove, gonfiate i gommoni”. Domenica scorsa ha piovuto tantissimo a Roma, ma la prode Virginia avrà gonfiato i gommoni? Forse no, ma si sono visti dei video in Rete con bidoni della spazzatura che galleggiavano lungo le strade allagate. Dunque, mal comune mezzo gaudio, ma a Roma resta una situazione di sofferenza da non sottovalutare.
Ironia della sorte, quando Raggi era all’opposizione chiedeva la testa del sindaco, mentre oggi che è lei il primo cittadino, non dà più la colpa alle istituzioni, ma ai mutamenti climatici! Il web ha una memoria elefantiaca, non dimentichiamolo!
Allargando lo sguardo, è triste dover vedere l’Italia come un “paziente ammalato” per gravi rischi sismici e idrogeologici. A questi si aggiunga l’aggravante dei cambiamenti climatici e il risultato è la prognosi riservata…
Oggi ho la veneranda età di 60 anni, ma è da quando ne avevo 5, età in cui assistetti ad un primo catastrofico terremoto in Campania – era il 1962 – che sento parlare di prevenzione, di costruire case antisismiche, di pulire i letti dei fiumi, ecc.
Il refrain è sempre quello, ma la musica è stonata e purtroppo si contano sempre e solo morti!
“Io non posso fare un sistema nazionale di meteo. Sopravvivono 20 sistemi regionali difficilmente “coordinabili”, ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti intervenendo nel polemico dibattito fra Regione Toscana e Comune di Livorno, sulla necessità di avallare un’allerta meteo di massimo livello (rossa) piuttosto che media (arancione). “Il meccanismo delle allerte andrebbe gestito su piano nazionale, serve un unico sistema meteo – prosegue Galletti – e con questo certe polemiche finirebbero”.
Purtroppo, la furia dell’acqua non perdona gli errori commessi costruendo, ad esempio, case in aree non edificabili e ripete a memoria gli antichi cammini senza guardare in faccia a nessuno, mattoni compresi. A Genova, Livorno, Atrani, le lezioni impartite dalla natura sono state durissime.
Il vescovo della diocesi livornese, mons. Simone Giusti, rincara: “Perché si è tombato, ossia coperto, un torrente senza rispettare il suo corso idrologico? Perché nelle aree di golena si è permesso di costruire?”.
Poi la voce forte e risoluta di papa Francesco di ritorno dalla Colombia: «I cambiamenti climatici si fanno sentire anche in Italia, ci sono stati molti morti in questi giorni e tanti danni… Perché tarda una presa di coscienza da parte dei governi che invece sono solleciti in altri settori… Mi viene in mente una frase dell’Antico Testamento: “L’uomo è uno stupido, un testardo che non vede. È l’unico animale che cade due volte nella stessa buca»”. Meditiamo gente, meditiamo!
Dovrò aspettare gli 80 anni per vedere la prevenzione attuata, case antisismiche, letti dei fiumi e tombini ripuliti e corsi d’acqua non soffocati dal cemento, sperando di non contare più morti per 38 mm di pioggia in un quarto d’ora o per una scossa di 5 gradi Richter?