Ciò che sembrava un crollo diventa un volo
Una carissima amica, Roberta, che insegna nella scuola media di Torino “Castello Mirafiori” mi ha messo a parte di una iniziativa molto bella nata nella sua scuola in conseguenza di un atto di vandalismo. È vero che ogni guaio può essere trasformato in opportunità, ma ci vuole fantasia e la voglia di non arrendersi, per operare la trasformazione. Non sempre si riesce, e fa molto piacere quando s’incontrano risposte di questo tipo. Non voglio commentare di più. Laciamo raccontare ai protagonisti.
«In novembre entrando nella nostra scuola, siamo stati accolti da una sgradevole sorpresa: i muri interni imbrattati da scritte volgari e ingiuriose. Di certo in ciascuno di noi, piccolo o grande, è sopraggiunto un forte sgomento per il gesto provocatorio che ha violato il luogo che noi tutti sentiamo come casa e verso cui siamo legati da un forte senso di appartenenza. Davanti a tale circostanza, abbiamo scelto una risposta che sia il segno evidente di un rilancio verso il bene della collettività e che trasformi questa provocazione in un’opportunità di crescita per ciascuno, nella piena consapevolezza che la modalità con cui si sceglie di rispondere a ogni tipo di provocazione nella vita dà significato e autenticità alla vita stessa. In quest’ottica educativa, che riconosce il valore di una coscienza sociale e personale, la bruttura che sporca i nostri muri può, quindi, non essere un ostacolo, ma diventare il punto d’avvio verso una bellezza più grande».
Per questo motivo docenti e allievi delle classi 2^ e 3^ , durante l’orario scolastico hanno tinteggiato e decorato i muri della scuola ridonandole una dignità più grande di quella iniziale, attraverso un’esperienza e un progetto comune chiamato “Ciò che sembrava un crollo diventa un volo”. Durante i due giorni di lavori gli allievi sono arrivati a scuola con un abbigliamento adeguato all’attività prevista e con un pennello da tinteggiatura. La circolare della preside raccomandava la tenuta e spiegava il significato del gesto comune.
Un esempio non da poco. E chissà quanti ce ne sono nella nostra Italia che ufficialmente ancora fatica a spiccare il volo.