Cinque talenti da far fruttificare

Rimanere vedova a 37 anni con cinque bambini piccoli da crescere da sola, ma nonostante la disperazione continuare a credere nell'amore di Dio. Un'esperienza.
enna

Nell’ottobre del 1964 avevo perduto mio marito ed ero rimasta a 37 anni vedova con cinque bambini, di cui il più grande aveva sette anni e la più piccola solo dieci mesi.

Trovandomi, nell’estate successiva a Enna (nella foto di Clemensfranz), mia città natale, ospite dei miei genitori, una mattina ero andata a messa nella mia parrocchia di quando ero ragazza e dopo la comunione chiedevo: «Gesù mio, mi hai lasciata sola fino a trent’anni, poi mi hai dato un marito e cinque figli e ora me lo hai tolto…. Io lo accetto, ma non lo capisco… perché?».

Mi sembrava che il Signore mi rispondesse (o ero io a farlo parlare dentro di me?): «Pensa ai  cinque figli che ti ho dato tramite lui: cinque “talenti” che ora devi far fruttificare».

In quello stesso momento il sacerdote stava leggendo l’antifona alla Comunione (ero arrivata con ritardo e non avevo ascoltato il Vangelo): «Servo buono e fedele, ti ho dato cinque talenti, prendi parte alla gioia del tuo Signore».

Mi sono venuti i brividi: ma allora era proprio il Signore che mi parlava? Subito dopo sono andata in sacrestia a raccontare al parroco quello che mi era accaduto. Mi ha risposto serenamente: «Perché ti meravigli, allora non ci credevi?».

Sono passati tanti anni, una vita intera; tutti i miei figli sono sistemati e mi hanno regalato otto nipoti: li ho cresciuti nell’amore di Dio, mettendo sempre lui al primo posto, anche perché nel dicembre di quel dolorosissimo anno 1964 ho conosciuto l’Ideale di unità dei Focolari e da allora ho cercato di viverlo.

I miei cinque talenti… Talvolta ancora mi chiedo: ma sarò stata capace di farli fruttificare secondo il cuore di Dio?

I più letti della settimana

Il sorriso di Chiara

Abbiamo a cuore la democrazia

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons