Cinquantanni insieme a Chiara
Partecipe un grande pubblico – circa oltre 500 le persone stimate – alla curia vescovile di Latina, quello che si è radunato sabato 17 marzo attorno a Giulia Eli Folonari, segretaria per 50 anni della fondatrice del Movimento dei focolari, Chiara Lubich, per la prima uscita ufficiale del libro Lo spartito scritto in Cielo edito da Città Nuova. Presenti anche l’onorevole Moscardelli, il sindaco con un messaggio ed il vescovo monsignor Giuseppe Petrocchi, che ha introdotto il pomeriggio con un suo pensiero.
Un evento giunto a pochi giorni di distanza dal quarto anniversario della morte di Chiara Lubich, che però non ha avuto un intento commemorativo: «A lei non sarebbe piaciuto tra l’altro – ha precisato la moderatrice Aurora Nicosia –. Piuttosto ci si vuole accostare e aprirsi all’ascolto di quello che è stata: una vita straordinaria».
E c’è stata molta della quotidianità di Chiara Lubich nella serata con Giulia Eli Folonari. Raccontata come in un dialogo “a tu per tu” con Aurora Nicosia, Michele Zanzucchi – autore con Oreste Paliotti del libro –, e soprattutto con il pubblico. Una quotidianità dicevamo, scandita dalle giornate ed intessuta di piccoli ma anche di grandi eventi «di cui tutti eravamo partecipi senza saperlo», ha raccontato la Folonari, una vita al fianco della Lubich. Lei di origini bresciane, una laurea in economia e commercio e una patente presa a 21 anni: «Una cosa rara all’epoca per una donna», racconta.
A chi le domanda se ha avuto mai un dubbio, un’incertezza a seguire Chiara ha risposto: «No mai». «Chiara non aveva in programma di fondare il Movimento. Lei voleva essere testimone autentica del Vangelo» e ciò rispondeva appieno a quanto anche nella Folonari era maturato nella giovinezza, e che le aveva fatto decidere – senza esitazioni – di prendere quel treno alla volta di Roma e raggiungerla. «È stata un’avventura divina stare con lei – ha proseguito –, una corsa a volte, per tutte le realtà che Dio le mostrava e che lei realizzava seguendolo».
Tanti i ricordi di viaggio, tra i quali sbuca anche qualche aneddoto personale: «Il più bello fu nel 2001 – ha ricordato Zanzucchi, direttore della rivista Città Nuova –, sulle tracce di Teresa D’Avila, san Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola. Tra Avila, Manresa e Segovia si sentiva fortemente che Chiara fosse quasi con loro».
Molti altri ancora i momenti intensi e sacri: dai rapporti con i papi, da Paolo VI a Benedetto XVI, al dialogo con gli altri movimenti, le altre confessioni e religioni e i loro rappresentanti. Dal patriarca Atenagoras a W.D. Mohammed, afroamericano musulmano. «Il suo modo di “fare dialogo” era l’amore per le persone, le difficoltà o il popolo che incontrava», ha detto la Folonari. «Una capacità straordinaria – ha proseguito Zanzucchi –. Chi l’ha conosciuta ricorda il capo reclinato intento all’ascolto e lo sguardo che ti penetrava l’anima».
Difficile “incasellare” Chiara per ricchezza e varietà di aspetti, ma quel che resta di certo è un’eredità rivelata anche attraverso Giulia Eli Folonari e che non perde il vigore nelle parole o nei gesti. Nemmeno quando, sul finire della serata, un gruppo di bimbi in modo silenzioso e quasi timido ha consegnato alla segretaria di Chiara un mazzo di fiori per omaggiarla e ringraziarla.