Cile, elezioni presidenziali

Attesa per il ballottaggio di gennaio nel Paese sudamericano, dove si prospetta un cambio di rotta.
elezioni cile

Bisognerà aspettare fino alla metà di gennaio del prossimo anno per sapere chi sarà il prossimo presidente del Cile. I risultati della prima tornata elettorale sono preoccupanti per la Concertación, la coalizione di centro sinistra al governo da 20 anni, il cui candidato, Eduardo Frey, ha solo sfiorato il 30 per cento dei voti, mentre Sebastián Piñera, candidato della coalizione di destra, ha raccolto il 44 per cento dei consensi.

 

Il dato è significativo dato che gli altri due candidati alle elezioni presidenziali, Marcos Enriquez-Ominami e Jorge Arrate, fuoriusciti dal centrosinistra, hanno collezionato rispettivamente il 20 ed il 6 per cento dei voti. Una chiara espressione di malessere verso una gestione ventennale della coalizione guidata da Frey.

 

Paradossalmente la presidente della Concertación, Michelle Bachelet, lascerà invece la presidenza del Cile con un alto indice di approvazione, che si avvicina all’80 per cento. «Troppo timide le riforme messe in marcia in un sistema politico ed economico che risente dell’impronta lasciata da Augusto Pinochet», commenta a Ciudad Nueva il sociologo Enrique Portales. In vari settori del centro sinistra, infatti, esiste un forte scontento per un’economia che mantiene un alto indice di diseguaglianza sociale, con pochi cambiamenti sostanziali in materia di ridistribuzione del reddito.

 

La corsa per il ballottaggio è già iniziata. La grande incognita riguarda il destino dei voti raccolti da Ominami e Arrate e del loro possibile spostamento verso la candidatura di Eduardo Frey. Si profila pertanto, anche se manca ancora un mese al ballottaggio, la probabile vittoria di un presidente di destra dopo il lungo periodo di governo della coalizione guidata da socialisti e democristiani. Le elezioni cilene completano il panorama politico della regione latino americana dove Evo Morales è stato riconfermato alla presidenza della Bolivia col 63 per cento dei voti e, a novembre, il candidato della coalizione di centro sinistra Frente Amplio, José Mujica, ha vinto le presidenziali in Uruguay.

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