Ciao Michele Ferrero. Grazie!

È morto il geniale creatore della Nutella. La storia di una famiglia e della prelibatezza che tutto il mondo ci invidia. “Lavorare, Creare, Donare” è il motto della Fondazione voluta da Michele per le iniziative culturali e per prendersi cura degli ex dipendenti. Intanto le “Imprese Sociali Ferrero” creano posti di lavoro in vari paesi d’Africa e in India
Michele Ferrero

Michele Ferrero muore il giorno di san Valentino alla soglia dei novant’anni. La Nutella, i Mon Chéri, i Ferrero Rocher, i Kinder, sono sue invenzioni che hanno invaso il mondo di… dolcezza. Quella della Ferrero è la storia di una famiglia che affonda le sue radici nella laboriosità contadina piemontese. Michele eredita dal padre Pietro il laboratorio artigianale, la passione per la pasticceria e la fertile creatività; dalla madre la capacità di gestire i rapporti personali e gerarchici all’interno dell’azienda; da uno zio, Giovanni, l’importanza del marketing e dell’organizzazione commerciale. Michele Ferrero, cosa rara in un manager, riesce a sommare dentro se stesso questa capacità così diverse e spinge l’azienda a raggiungere primati sensazionali, facendola diventare un’eccellenza dell’Italia nel mondo.

Oggi la Ferrero (non quotata in borsa!) è uno dei principali gruppi dolciari del mondo, con oltre 34 mila dipendenti, presente in 53 Paesi con 20 stabilimenti. Michele Ferrero, secondo Forbes, è stato l’uomo più ricco d’Italia nel 2014, ma ha anche avuto attenzione alle problematiche sociali: “Lavorare, Creare, Donare” è il motto della Fondazione da lui voluta che promuove iniziative culturali e si prende cura degli ex dipendenti; mentre le “Imprese Sociali Ferrero”, attive in alcuni paesi dell’Africa e in India, si propongono, nel rigoroso rispetto delle logiche imprenditoriali, di diffondere know-how e creare posti di lavoro nelle aree meno favorite del globo, sostenendo parallelamente l’educazione e la salute dei bambini dei luoghi dove sorgono le imprese.

Ma com’è nato il suo capolavoro? Grandi idee nascono in tempo di crisi, e con l’aiuto dei guai.

La crisi: per “allungare” la cioccolata che costava cara, nel 1945 nei tempi duri del primo dopoguerra – ad Alba, nel cuore delle Langhe – il mastro pasticciere Pietro Ferrero mise delle nocciole tritate. Ne creò una crema che vendette ai pasticceri della sua città. Da questa crema creò poi i famosi cioccolatini a cui diede il nome di Giandujot.

I guai: ci sono un paio di versioni della storia dei guai. La prima vuole che un’estate, a causa del grande caldo, i Giandujot cominciarono a sciogliersi trasformandosi in crema, e i negozianti iniziarono a venderla come cioccolata da spalmare; la seconda vuole che il prodotto si sciolse nei magazzini della fabbrica di Alba e fu travasato in barattoli. Sta di fatto che il 20 aprile1964 nacque il primo barattolo di Nutella.

Il nome: una strana combinazione di inglese e italiano: l’inglese NUT (=nocciola) più la desinenza italiana ELLA, che non vuol dire un granché, ma suona bene e ricorda qualcosa di buono.

La Nutella compie 50 anni: è un prodotto così popolare in tutto il mondo che di esso sono state vendute 365mila tonnellate: mettendo in fila i barattoli di Nutella prodotti in un anno si farebbe una linea lunga più di 1 volta e mezzo la circonferenza della Terra! La Nutella ha creato geniali immagini pubblicitarie: come non ricordare i Caroselli in cui Jo Condor faceva di tutto per inguaiare il Gigante Amico, possessore della Nutella?

La Ferrero, ditta che produce la Nutella, si è sempre contraddistinta per l’attenzione verso i suoi lavoratori, tanto che la sua direzione può affermare con orgoglio: «In settanta anni di storia dell’azienda non c’è mai stato un solo giorno di sciopero contro l’azienda». Il compleanno della amata Nutella è celebrato dalle Poste Italiane con un apposito francobollo, e da tanti eventi: dalla città natale Alba a New York, da Parigi a Dubai a piazza Plebiscito a Napoli. Insomma, in tutto il mondo si spalma la Nutella. A proposito, voi… come amate mangiare la Nutella?

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