Ciaikovskij for ever a Roma
È successo al Teatro dell’Opera, rappresentando un nuovo allestimento – adattato da Giuliano Peparini, regista e coreografo eclettico di fama internazionale – del balletto celeberrimo di Piotr, ossia Lo Schiaccianoci.
Ha diretto un maestro nel campo, David Coleman, sul podio delle migliori orchestre mondiali, con britannico stile, eleganza, self- control. Mai un suono fuori posto – sgargianti ottoni, flessuosi archi, cantanti legni –, gesti indicativi e chiari, gioia del dirigere.
La musica delle famosa favola è quello che è. Bellissima, in particolare la seconda parte, che è poi quella da cui il musicista ha tratto la maggior parte della conosciutissima Suite. Ciaikovskij orchestra in maniera stupefacente, preziosa, sembra di toccare sete e velluti, oggetti e incantamenti, di sfiorare persone, corpi, luoghi.
Brillante, seducente, maliosa, vivace e scherzosa, questa musica –scritta nel 1892, l’anno prima della morte misteriosa – contiene, a ben sentire, momenti di indicibile e piangente malinconia. Mi riferisco a quell’incanto paradisiaco che è la Danza della Fata Confetto, estraniante con celesta e clarinetto basso e poi, nel pas de deux la frase lancinante dei violoncelli, che gronda passione melodica ma contiene pure lacrime d’amore.
In quel momento i due danzatori Rebecca Bianchi e Michele Satriano, di una leggerezza vaporosa, quasi spirituale, hanno espresso una tale fusione di anime da far sentire alla sala il suono di una diversa dimensione. La quale ha segnato l’acme di una coreografia fantasiosa, moderna, vivacissima e piena di humour. Favolistiche le scene di Lucia D’Angelo e Cristina Querzola, di bellezza “infantile” fascinosa.
Ottimo l’intero cast, compresi gli allievi della Scuola di danza, pubblico entusiasta e festoso nella sala gremita.