Ci ha insegnato l’amore
Prima parte di una conversazione del 22 settembre 2003 sullo Spirito Santo, in occasione di un incontro mondiale del Rinnovamento carismatico cattolico al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo. Nei prossimi numeri il prosieguo e la conclusione. Essendo, la nostra, Opera di Dio – così la vede la Chiesa – essa è effetto di un carisma, del carisma dell’unità, per cui lo Spirito Santo è il suo vero Protagonista, il suo principale autore sia per quanto riguarda la spiritualità dell’unità o spiritualità di comunione che ne è nata, sia per la struttura articolata del Movimento, così come per la sua diffusione universale. È sempre stato lui a illuminarci, a guidarci, a sostenerci, a diffonderci. Lo Spirito Santo è, perciò, per noi, di un’importanza capitale basilare. Se noi, tutti noi, facciamo qualcosa in questo Movimento, lo possiamo in quanto suoi strumenti, e imperfetti collaboratori. Tuttavia, all’inizio della nostra nuova vita, non eravamo coscienti di tutto ciò. Per cui, per più anni non abbiamo parlato tanto dello Spirito Santo e del suo agire nei nostri confronti. Non lo abbiamo fatto, non per negligenza o per dimenticanza o altro, ma – ci sembra – perché lui stesso non l’ha voluto. Si è tenuto in disparte con somma cura. È, in certo modo, sparito, s’è annullato, dandoci in questo modo una lezione che non dimenticheremo mai: egli, che lo personifica, ci ha insegnato cos’è l’amore: vivere, mettere in rilievo gli altri. Nello stesso tempo non possiamo non affermare che, sin dai primi anni, sono stati patrimonio del Movimento atteggiamenti, preghiere, abitudini, stimoli, che avevano a che fare con lui. Ne do qualche esempio. È stata sempre per noi una consuetudine, molto sentita, ascoltare quella voce – così si diceva -, ascoltare cioè la voce dello Spirito Santo, che abita nei nostri cuori. Si metteva in pratica, in tal modo, la Parola dell’Antico Testamento menzionata nella lettera agli Ebrei: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori (Eb 3,15). Ascoltare quella voce era un imperativo insistente che ci metteva in suo ascolto; un imperativo sottolineato dalla forte attrattiva che avevamo per quella frase di sant’Agostino che aveva animato il primo gruppo dei suoi discepoli: In interiore homine habitat veritas, La verità abita nell’intimo dell’uomo .