Chiesa e pedofilia, le ceneri

Un secondo membro della commissione vaticana contro gli abusi si dimette. Ancora una volta è una vittima, Marie Collins

Duro Mercoledì delle Ceneri in Vaticano. Marie Collins si è dimessa. È il secondo membro della Commissione per la protezione dei minori, istituita nel 2014 da papa Francesco contro atti di pedofilia perpetrata da uomini e donne legati alla Chiesa cattolica, a farlo. Già nel 2015 l’altro membro della Commissione scelto tra le vittime di abusi, Peter Saunders, si era dimesso. Le motivazioni appaiono simili a quelle espresse ieri dalla Collins: «Frustrazione per la mancanza di cooperazione degli altri uffici della Curia romana con la Commissione». L’accusa è rivolta soprattutto (ma non solo) contro la Congregazione per la dottrina della fede, un’accusa pesante: «Belle parole in pubblico e azioni contrarie dietro le porte chiuse».

Commenta padre Zollner, presidente del Centre for child protection istituito nell’università gesuita della Gregoriana e membro della stessa commissione: «Rispetto la sua decisione e capisco». E spiega al Corriere della sera: «È vero che ci sono inerzie, non in particolare nella Curia ma nella Chiesa come tale. Ma sono resistenze molto più passive che attive. Da psicologo, le vedo come una paura, una difficoltà a parlare di un tema molto scomodo».

In realtà la Chiesa cattolica pare l’organizzazione pubblica che più ha agito nella materia, cambiando profondamente le sue norme sin dal pontificato di Benedetto XVI e facendo quasi ovunque terra bruciata attorno a coloro che si sono macchiati di tali infamanti azioni. Nelle diocesi, come nelle congregazioni, come nei movimenti. Ma l’opera non è finita, non poche situazioni a dir poco ambigue rimangono.

Tolleranza zero: l’indicazione papale non può essere mai persa di vista. La vecchia tradizione ecclesiale, ma non solo ecclesiale, di insabbiare non tanto per volontà di delinquere ma per “coprire coloro che hanno sbagliato, magari in un momento di debolezza”, come si diceva all’epoca, non può essere più ammessa, in nessun modo. Le vittime sono ormai al centro dell’interesse della Chiesa cattolica. E allora la risposta “morale” alle dimissioni della Collins non può che essere il prosieguo dell’opera di riparazione di quanto avvenuto in passato e, soprattutto, nell’opera di prevenzione.

 

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