Chiellini dice addio al calcio giocato

A 39 anni Giorgio Chiellini, numero 3 bianconero e storico totem della Nazionale campione d’Europa nel 2021, appende gli scarpini al chiodo.
Giorgio Chiellini al Campionato italiano di calcio Serie A TIM 2021/2022, Juventus vs Lazio - Stadio Allianz. 16 maggio 2022, Torino. Foto: Spada/LaPresse

Dopo l’addio al calcio di Gigi Buffon nell’agosto scorso, il 2023 volge al termine con l’addio di un altro grandissimo del calcio italiano: Giorgio Chiellini. Il pisano classe ’84, dopo una vita passata a giocare in difesa, decide di appendere gli scarpini al chiodo e tornare nella sua Torino dove, probabilmente, inizierà una carriera da dirigente.

I numeri di Chiellini e una vita in bianconero
Maglia numero 3, 23 anni di carriera, 43 goal, 639 presenze e 53.049 minuti di gioco: questi alcuni dei numeri di “Giorgione” Chiellini. Numeri fatti, in gran parte, con la maglia bianconera della Juventus. Sono state 561 le presenze in 17 anni di carriera in maglia bianconera. Presenze che hanno fatto di Chiellini il terzo calciatore con più presenze alla Juventus subito dopo Alessandro Del Piero e Gianluigi Buffon. Una vita intera trascorsa a Torino, dall’esordio del 15 ottobre 2005 all’addio, a maggio 2022. «Nell’estate del 2005, a 21 anni, torno alla Juventus di Fabio Capello dove, dopo un avvio difficoltoso, riesco a conquistarmi molto spazio come terzino sinistro – racconta Chiellini pensando al suo arrivo in casa Juve –. Quella stagione vinciamo sul campo lo scudetto, poi assegnato a tavolino all’Inter. Rimango con la Juventus nonostante la retrocessione». Già dopo un solo anno, Chiellini capisce che nella Vecchia Signora ha trovato la sua dimora e decide di non andarsene nonostante la retrocessione in serie B. E così sarà: la ricerca di un club per il numero 3 dura poco: quattro stagioni nella Livorno dove ha cominciato a muovere i suoi primi passi all’età di sei anni, dalla stagione 2000/01 alla 20003/04 e poi l’approdo in Serie A nella stagione successiva prima di arrivare in quella che poi sarebbe diventata la sua casa. Una casa che gli ha regalato ben nove vittorie nel Campionato Italiano di Serie A, cinque Supercoppe italiane e altrettante Coppe Italia. Diciannove trofei in diciassette anni di carriera in cui solo una Champions è mancata nella sua bacheca. Diciassette anni celebrati nella sua ultima partita durante la quale, il “re Giorgio” è sceso in campo per diciassette minuti: simbolicamente un minuto per ogni anno trascorso con la sua amata Juventus. Dopo di che l’addio alla Vecchia Signora nel maggio scorso, un addio pesante, ma dettato dal cuore, dalla volontà di non voler essere un peso e di voler lasciare spazio ai più giovani. Dopodiché l’avventura a Los Angeles, nella Los Angeles FC durata solo 18 mesi, prima di annunciare il suo ritiro definitivo dal calcio giocato.

Il difensore del Los Angeles FC Giorgio Chiellini dopo un gol del centrocampista Ryan Hollingshead contro i Vancouver Whitecaps durante la seconda metà di una partita di calcio dei playoff della MLS sabato 28 ottobre 2023 a Los Angeles. (AP Photo/Ryan Sun)

Un cuore azzurro che conquista tutti
Non solo Juventus, il cuore di Chiellini è sempre stato azzurro. Azzurro come il colore della maglia che ha sempre servito e onorato, dal 2000 al 2022. Sono state, infatti, centodiciassette le presenze di Giorgio Chiellini con la maglia della Nazionale. Quando non era ancora “Giorgione”, Chiellini ha giocato in tutte le nazionali giovanili italiane dall’Under 15 all’Under 21, collezionando un totale di 71 presenze con gli azzurrini, dal 2000 al 2004. Anni durante i quali ha vinto l’Europeo con la selezione Under 19 nel 20003 e il bronzo olimpico ad Atene 2004. Arriva poi l’esordio nella nazionale maggiore il 17 novembre 2004, a 20 anni, con il selezionatore Marcello Lippi. Con la maglia azzurra uno è il successo impresso nel suo e nel nostro cuore: l’Europeo 2020, quella Coppa alzata a 36 anni e 331 giorni dopo la vittoria ai rigori contro l’Inghilterra a Wembley, quella Coppa che arriva dopo 17 anni dall’esordio nella Nazionale maggiore, quella coppa che arriva, soprattutto, grazie a lui, grazie al re Giorgione, alla sua leadership, al suo feeling con Leonardo Bonucci e alla sua Chiellinigkeit che ha conquistato il mondo.

A Wembley, Giorgio ha fatto tutto ciò che poteva, è arrivato all’apice e, dopo il trionfo, sapeva che non avrebbe più avuto il tempo di ripetersi. Da qui la decisione di ritirarsi lì dove ha vissuto il suo momento di gloria più importante. «Di base, se starò bene giocherò e saluterò a Wembley, dove ho vissuto sicuramente l’apice della mia carriera in azzurro e forse della mia carriera in generale. La vittoria all’Europeo è stata qualcosa di unico e mi piacerebbe salutare la maglia della Nazionale con una partita celebrativa come quella lì. Lasciamo spazio ai ragazzi, che sono bravi». Queste erano state le sue parole prima dell’addio alla Nazionale, una Nazionale che, però, farà fatica a dimenticarlo. Perché Chiellini, con la sua apparente serenità, con la sua gioia di giocare, con quella che i tedeschi hanno definito Chiellinigkeit, è stato e sarà sempre un esempio da seguire dentro e fuori dal campo. E, con il suo addio al calcio giocato, salutiamo l’ultimo grande difensore di una grandissima generazione. Grazie Giorgione, grazie capitano.

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