Chiarezza sul Messico
A proposito dell’articolo “Luci e ombre sugli eredi dei maya”, pubblicato sul n.15-16/2010.
Giorno per giorno
«Appena arrivato il giornale, abbiamo letto con interesse l’articolo con alcuni lettori abituali qui in Messico. Ma purtroppo, in alcune affermazioni almeno, non ci siamo ritrovati… Non conosciamo né l’autore dell’articolo né lo storico intervistato, e rispettiamo ovviamente il loro pensiero. Ma vivendo qui, giorno dopo giorno, ci sembra che l’articolo sia un poco superficiale. O forse è l’argomento ad essere troppo vasto per affrontarlo in poche righe.
«Trascrivo ad esempio un paio di affermazioni che veramente non ci sembra che abbiano aggancio con la realtà quotidiana. La prima dice: “L’emigrazione verso gli Usa è diventata più una moda che una reale necessità”. Le conoscenze che abbiamo sono invece che la gente davvero va negli Usa in maniera disperata cercando lavoro e cibo per la famiglia, rischiando spesso la pelle (alcuni nostri amici sono morti negli Usa in una spirale di ingiustizia e povertà incredibile). Ecco solo un dato: la terza entrata del Paese, dopo il turismo e il petrolio, sono le rimesse che i migranti messicani spediscono ai loro familiari.
«Seconda citazione dall’articolo: “Ma quasi tutti hanno il necessario per la vita quotidiana”. La situazione più lacerante esistente in Messico è la differenza esistente tra le classi sociali: 18,2 milioni di persone vivono in stato di povertà alimentare, considerando che la popolazione è di 100 milioni.
«Spero che queste note vi possano servire. Vi assicuro la mia vicinanza per l’affascinante missione che avete e che sicuramente non è priva di sfide».
Anabel Abascal – Città del Messico
Cara lettrice messicana, grazie per la lettera che evidenzia, come altre volte accade per forza di cose, quanto noi europei spesso siamo in difficoltà nel cogliere le situazioni che si sviluppano lontano da noi. Per quanto riguarda l’intervista, purtroppo non abbiamo potuto stamparla integralmente, per via dello spazio, sempre avaro. Questo forse ha un po’ nociuto alla chiarezza, coerenza ed esaustività del "pezzo", e di questo ci rammarichiamo e scusiamo. Sul giudizio dell’intervistato circa l’emigrazione dei vostri connazionali negli Usa, devo dire che anch’io in effetti sono rimasto colpito e ho espresso in proposito dentro di me qualche perplessità. D’altra parte quando si intervista qualcuno, correttezza vuole che le risposte siano pubblicate fedelmente. Le sue note, comunque, mi sembra completino il quadro per i nostri lettori. Uno dei punti di forza della nostra rivista è proprio il contributo di lettori e collaboratori di tanti Paesi nel mondo. Ancora grazie.
Mario Spinelli