Chiara sei anni dopo

L'anniversario che ricorda la fondatrice del Movimento dei Focolari sarà incentrato sul dialogo tra le religioni. Da 25 Paesi del mondo, ebrei, indù, buddhisti, musulmani si incontreranno insieme per consolidare l'impegno comune per la fratellanza e l'unità della famiglia umana
Chiara Lubich a Bangkok nel 1997 coi buddhisti thailandesi

Provenienti da 25 Paesi, rappresenteranno il mosaico religioso del mondo: ebrei, cristiani, musulmani, indù, buddhisti, sikh, scintoisti e seguaci della Tenrikyo, una moderna religione giapponese. In occasione del sesto anniversario della scomparsa di Chiara Lubich, dal 17 al 20 marzo, si riunirà a Roma una rappresentanza di uomini e donne di diverse culture e religioni. Si tratta di una novità in seno ai Focolari, dove il dialogo è stato sempre, o quasi, bilaterale: fra ebrei e cristiani in Argentina, negli Usa e in Terra Santa; fra musulmani e cristiani in molti Paesi del Medio Oriente, nel Nord America, in Asia e, più di recente, in Europa occidentale e nei Balcani; fra indù e cristiani in India e fra buddhisti e cristiani in Giappone, Thailandia e in altri Paesi dell’Asia. Il titolo del convegno – “Insieme verso l’unità della famiglia umana” – esprime l’impegno e l’esperienza a costruire ponti di fratellanza fra seguaci di diversi credo. La fonte è l’ispirazione ricevuta proprio da Chiara Lubich.

La fondatrice dei Focolari agli inizi della sua avventura non aveva previsto, certamente, uno sviluppo di carattere interreligioso all’interno dell’esperienza di vita evangelica iniziata negli anni Quaranta in un’Italia cristiana e in una città come Trento, simbolo di quella Controriforma che aveva sancito divisioni nel cuore del cristianesimo e della vita socio-politica dell’Europa. Eppure, proprio la donna trentina, a partire dagli anni Sessanta, sarebbe stata protagonista di un cammino di dialogo ecumenico e, nel decennio successivo, avrebbe contribuito ad aprire il mondo cattolico verso le grandi tradizioni religiose dell’umanità. Nel corso degli anni, partendo dal “dialogo della vita” che costruisce rapporti nel quotidiano, si sono sviluppate collaborazioni sociali ed educative, scambi di esperienze religiose e momenti di riflessione accademica. A chi si chiede come sia stato possibile tutto questo, rispondeva Chiara Lubich stessa con il suo intervento, l’ultimo nell’ambito del dialogo fra fedeli di religioni diverse, alla Westminster Hall di Londra, nel giugno del 2004: «Il segreto di questa capacità di raccogliere in unità persone così diverse sta in uno spirito evangelico, attuale e moderno che anima il nostro Movimento: (…) “spiritualità di comunione”, la chiama il santo padre, che genera un nuovo stile di vita. Essa non è monopolio del nostro Movimento perché, frutto di un carisma, è un dono destinato di sua natura a tutti coloro che nel mondo lo vogliono accogliere».

Nel corso della sua vita Chiara ha incontrato uomini e donne di diverse fedi, loro stessi protagonisti di cambiamenti. Insieme hanno cominciato un cammino, ben sintetizzato nel 2009 dal card. Martini, che si rivolgeva ai partecipanti a un convegno organizzato dai Focolari a Gerusalemme. «Quando si cammina “insieme” nello Spirito ci si accorge che i cammini non si incrociano in maniera disordinata e imprevedibile, ma che in qualche modo tutti stanno andando verso una direzione comune: (…) c’è un mistero al di là di tutti i cammini a cui noi cerchiamo di avvicinarci».
 

Dal numero 5 di Città Nuova rivista

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