Chiara Lubich secondo Prodi e Vitali

«Di fede semplice e radicale,moderna nel dialogo» per il professore. «Compresenza di umano e cristiano» per l’ex sindaco di Bologna. La fondatrice dei Focolari, raccontata da due personaggi di spicco
Presentazione Bologna PortarTi il mondo fra le braccia

Vita semplice, ma carica di una potenza pari a quella di una bomba atomica per Romano Prodi, o talmente calata nel momento storico da applicare quei principi di umano cristiano di cui anche papa Giovanni Paolo II aveva parlato al Congresso eucaristico nazionale, per l’ex sindaco di Bologna Walter Vitali. Stiamo parlando di Chiara Lubich, e dell’opinione che i sopraccitati hanno espresso lo scorso 6 giugno alla presentazione del libro PortarTi il mondo fra le braccia scritta dall’editorialista del Corriere della sera Armando Torno, regalando ai presenti, squarci personali di dialogo con la fondatrice dei Focolari. Sono trascorsi quasi 14 anni dal conferimento del prestigiosa Turrita d’argento e la presentazione della prima biografia edita da Città Nuova, sempre nella cappella Farnese di palazzo d’Accursio, e sempre alla presenza dell’allora premier Romano Prodi e dell’allora sindaco di Bologna Walter Vitali.

 

«L’idea dell’invito fu del vice-sindaco Luigi Pedrazzi – racconta Vitali –, ma io aderii subito con entusiasmo, perché da qualche anno avevo conosciuto il Movimento dei focolari». Il clima in Emilia Romagna dei primi anni ’90 era stato politicamente “rovente”, «un rapporto piuttosto teso tra i governi locali, la sinistra al governo in questa regione e la Chiesa cattolica», ha spiegato l’onorevole Vitali. Provvidenziali, allora, erano state le parole di Giovanni Paolo II, che in occasione del Congresso Eucaristico, parlò di “Bologna città dal volto umano e cristiano”. Fu allora che quel contatto con Chiara, divenne «particolarmente significativo: un’autentica ricerca dell’altro prima sul piano culturale e poi politico. Chiara, infatti, iniziò a parlare del Movimento dei focolari dicendo che si tratta di un’Opera religiosa e sociale insieme» umana e cristiana, per l’appunto. Il rapporto con lei non si interruppe lì, anzi: «in seguito sono tornato ad incontrare Chiara a Rocca di Papa – ha continuato Vitali –, e ho anche fatto da tramite per il primo incontro con il sindaco di Roma di allora, Walter Veltroni».

 

Secondo Romano Prodi, che nel frattempo ha smesso i panni del politico, per riprendere a tempo pieno quelli del professore al CEIBS (China Europe International Business School) di Shanghai, caratteristica preminente in Chiara era: «una fede molto semplice, molto mistica, fatta di un amore intuitivo e personale», che conviveva con «un senso moderno nella ricerca del dialogo con tutti, che scovava l’aggancio con tutti i dolori, i problemi e le trasformazioni del mondo».

 

L’insegnamento che il professore dice di aver ricevuto è nella difficile coerenza tra «pensiero e opere, che non hanno un benché minimo punto di contraddizione – ha proseguito –, che ne ha fatto una bomba atomica», spiegabile solo con «una coerenza personale e da un modello di vita, che dà autorità e legittimazione al dialogo con l’esterno». Elementi «che fanno del suo insegnamento, qualcosa che rimane e che ha ancora la fertilità degli inizi» e che ha permesso questo sviluppo in varie parti del mondo, come ricorda Prodi: «da Hong Kong alla Corea, fin in Groenlandia, dove – racconta –, avevo incontrato una sagrestana, impiegata comunale, che mi dice: “io sono del Movimento dei focolari”».

 

Per Prodi Chiara mostrava «un’ostentata ingenuità che ti fa andare alla radice, eliminando le infrastrutture per cercare una radice comune in tutti i politici, in tutti i leaders religiosi», e che la porta a concepire di una crociata per l’unità nel 1947, fino ai primi anni ’90, quando si imponeva ai vertici politici un discorso di identità europea: « intuì che c’era bisogno di un discorso spirituale di unità molto forte perché l’umanità dopo lo schianto della seconda guerra mondiale». Fraternità politica, anche in ambito economico per il professore, tutt’altro che «un’invenzione filosofica che sconvolga le strutture, ma principi generali che spingono alla sperimentazione». Un messaggio attuale che per Prodi, è rappresentato dall’ «università di Loppiano in cui si trovano 80-90ragazzi di 40-50 Paesi diversi», un’esperienza concreta di respiro mondiale, che recentemente ha avuto occasione di visitare «di cui noi, secondo me, abbiamo estremamente bisogno in questo mondo». Ieri, come oggi. 

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