Chiara Lubich per tutti

Intervista al direttore editoriale di Città nuova, Donato Falmi, sull'ultima biografia della fondatrice dei Focolari, Portarti il mondo fra le braccia  
donato falmi

«Portarti il mondo fra le braccia». Era un “sogno” confidato da Chiara stessa ai suoi in occasione di un viaggio a Fontem nel maggio del 2000. I presenti ricordano la commozione, come è avvenuto in rari momenti, della fondatrice dei Focolari, nell’esprimerlo: «E quale il mio ultimo desiderio ora e per ora? Vorrei che il Movimento dei focolari, alla fine dei tempi, quando, compatto, sarà in attesa di apparire davanti a Gesù abbandonato-risorto, possa ripetergli, facendo sue le parole che sempre mi commuovono del teologo belga Jacques Leclercq: “Il tuo giorno, mio Dio, io verrò verso di te. Verrò verso di te, mio Dio, con il mio sogno più folle: portarti il mondo fra le braccia”».

 

Si spiega così il titolo – Portarti il mondo fra le braccia, appunto – di quella che è considerata la prima biografia “ufficiale” di Chiara Lubich a tre anni dalla sua morte. Prima in ordine di tempo, perché non sarà l’unica, come ci spiega Donato Falmi, direttore editoriale di Città Nuova: «Alcuni autori avevano scritto di Chiara, ma mancava una biografia che focalizzasse soprattutto la sua persona e non l’opera nata da lei. Un aspetto importante è l’internazionalità del progetto condiviso sin dal suo nascere da almeno dieci delle editrici di Città Nuova nel mondo, anche se è l’editrice italiana che ne ha proposto e seguito la realizzazione. Naturalmente è solo una prima biografia in vista di una più ampia, più completa, più approfondita che necessiterà di anni, perché non si può certo realizzare in breve tempo una biografia che possa dirsi conclusa, vista la complessità della figura della Lubich».

 

Quali le principali differenze con le biografie già esistenti?

«Una diversità ci sembra notevole: quando Chiara era ancora viva, non poteva aprire alcuni capitoli della sua esperienza personale, per un’evidente discrezione. Adesso che lei non è più fra noi si possono raccontare alcuni fatti di cui non è stato possibile parlare sufficientemente prima, dalla novità portata dal carisma dell’unità all’interno della compagine cattolica del tempo, ad un periodo di particolare illuminazione vissuto nel ’49, all’esperienza di quelle che vengono chiamate “notti”, momenti dello spirito che tanti santi e mistici hanno vissuto e che anche nella vita di Chiara si sono succeduti più volte».

 

Perché la scelta di Armando Torno come autore?

«Per l’intenzione stessa del libro, cioè quella di realizzare una pubblicazione che riesca a parlare di Chiara a tutti, con uno sguardo distaccato e con l’autorevolezza di chi la guarda comunque dal di fuori, cosa che non sarebbe possibile per un autore del movimento».

I più letti della settimana

Il sorriso di Chiara

Abbiamo a cuore la democrazia

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons