Chiara Lubich: la donna, l’utopista

Nonostante le controversie suscitate dal concetto di “utopia”, questo articolo considera che, in quanto strumento di lettura e di analisi potenzialmente valido, la sua applicazione in ambito sociologico poteva essere euristicamente feconda.

Apparendo come un concetto performativo che ha a che vedere con credenze individuali e collettive, l'utopia, affrancata dalle sue connotazioni negative e contraddittorie, può essere considerata, in modo generico, come la speranza – che a volte si concretizza – di vedere sorgere istituzioni e società diverse. Dopo un breve tentativo di definizione, l'utopia viene applicata all'agire di Chiara Lubich sia in ambito religioso sia in quello civile. Infatti, se nella sfera religiosa l'opera di Chiara Lubich ha degli effetti riformativi, non è essente di conseguenze sul mondo nella misura in cui sfocia in una doppia utopia che considera il potenziale coinvolgimento dell'intera umanità.

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