Chiara Lubich e Gandhi

Dialoghi ipotetici, eppure plausibili, con personalità che Chiara Lubic non conobbe personalmente, ma che risultano in grande consonanza col suo pensiero. Pubblichiamo il quarto estratto dal libro di Lucia Abignente e Donato Falmi “Oltre il Novecento” (Città Nuova)

Mahatma Gandhi

Quando penso al Mahatma Gandhi, mi viene in mente la situazione storica mondiale del XX secolo in cui ha vissuto. In tutto il mondo, in quel periodo, c’era una colonizzazione diffusa, una notevole stratificazione sociale, un’estrema emarginazione, una grande povertà, una povertà disumanizzante, ma c’era anche la ricerca della vittoria della giustizia sull’ingiustizia.

Abbiamo visto in questo stesso periodo affermarsi la richiesta di libertà, la richiesta di giustizia e di unirsi per costruire un nuovo mondo in ascesa. Di fatto, era in atto un rinascimento etico, e il numero di stati nazionali liberi aumentava.

In questo contesto, il Mahatma Gandhi stava facendo qualcosa di unico. Attingeva a due valori della sua tradizione, il valore della verità, satya, e il valore della nonviolenza, ahimsa, e li integrava in modo da prospettare un futuro diverso. […]

Potremmo chiederci: «È stato un paradigma completamente nuovo?». E la risposta sarà un chiaro «no». Gandhi stesso disse che questi valori erano antichi come le montagne. Ciò che distingueva il suo contributo era il posizionamento di essi in esperimenti sociali che miravano a promuovere il bene comune in modi molto concreti. […]

Gandhi disse queste meravigliose parole: «La mia missione non è solo quella di conquistare la libertà per il popolo dell’India. Questo richiede tutto il mio tempo oggi e tutta la mia mente. Ma mentre vinciamo questa lotta, spero che il mio impegno, il mio spirito e il mio duro lavoro, la mia sadhana [la routine della vita quotidiana], vadano anche a creare la fratellanza, la fratellanza universale oltre i confini nazionali».

Questo è ciò che lo ha reso così speciale. Ha ascoltato la voce “dentro di sé”. La voce che ha scoperto attraverso la preghiera, nel suo sacrificio e nella sua ricerca di trovare modi significativi di vivere i suoi valori per costruire società pacifiche e più unite. L’ha trovata anche nel dolore e nella sofferenza degli altri.

Chiara Lubich

Penso che sia molto importante guardare la vita di Chiara Lubich nella sua totalità. Durante la sua meravigliosa esistenza ha fatto qual­cosa di così speciale e qualcosa a cui possiamo attingere anche oggi. Era aperta a nuove idee, costantemente attenta al mondo che la circondava, era reattiva. Aveva la capacità e la prontezza di vivere in mezzo ai conflitti e ai contrasti, qualcosa che spesso costituisce una sfida perché occorre avere molta speranza in mezzo a situazioni del genere.

Era anche alla continua ricerca di ciò che ci unisce. Ed è qui che penso abbia trovato un’attitudine genuina a misurare gli eventi con un metro di giudizio che unisce gli opposti. Ricordo bene che lavorava per risolvere il problema della povertà. Ha continuamente affermato che le persone devono sostenersi a vicenda. E ha influenzato il mondo della politica; ha detto che la politica è un atto di fede nella bontà fon­damentale dell’essere umano e che deve sostenere la verità. […]

Ciò che Chiara ha creato per se stessa e per il Movimento dei Focolari era anche una relazione dinamica che includeva pensiero, parola e impatto; un’esperienza mistica che si traduceva in pensiero, gesto e azione, una modalità con cui riunire le persone. Penso che sia molto importante che lei l’abbia definita “intuizione”, un’intuizione di verità; nel modo in cui comunicava questa visione, permetteva alle persone di connettersi prima con quella verità, con quella luce che aveva scoperto, e di conseguenza le ispirava a unirsi tra loro.

Oltre il XX secolo

Chiara ha avuto un obiettivo: contribuire all’unità di tutti, una visione onnicomprensiva dell’unità vivente. Ma cos’altro ha fatto? Ci ha sfidato ad amare la persona che abbiamo davanti. A essere sempre pronti ad amare, a essere i primi ad amare.

Anche il Mahatma Gandhi ci ha presentato questo e ha parlato della nostra interconnessione. Ha detto: «Quando una persona si eleva, tutta l’umanità ha la possibilità di elevarsi. Quando una persona cade, l’umanità cade un po’ di più».

E quindi, vorrei che tutti noi toccati dalla vita e dall’opera di Chiara Lubich, vedessimo cosa ci riserva questa visione di unità oggi, nel XXI secolo, che richiede di sfidare se stessi, amare la persona che si ha davanti e poter vivere questa unità dentro di sé. Spero vivamente che possiamo riflettere per riscoprire la sua straordinaria visione e condividere il suo obiettivo: contribuire all’unità di tutti, partendo dall’amore per ogni singola persona.

Per i “dialoghi profetici” leggi anche:

Chiara Lubich e Michail Gorbačëv

Chiara Lubich e Dietrich Bonhoeffer

Chiara Lubich e Giorgio La Pira

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