Chiara Lubich, chiusa la prima fase della causa di beatificazione

Nella cattedrale di Frascati concluso il processo diocesano della serva di Dio Chiara Lubich. Una grande emozione per le persone presenti e un grande dono per tutta la Chiesa.

10 novembre 2019. Ore 16 e 30. Si è chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Una grande emozione, composta ma evidente, attraversa la colma Cattedrale di San Pietro Apostolo di Frascati in una domenica uggiosa.

Al centro della navata un lungo tavolo con otto sedie rosso damascato dove siedono i protagonisti della postulazione. Dei fiori bianchi e rossi abbelliscono l’ambiente. Di lato 75 scatoloni rossi – sigillati con la ceralacca, tranne 3, dove sono raccolte le 35.057 pagine di documentazione su testimonianze, lettere, documenti editi e inediti, scritti e diari -, che saranno consegnati martedì 12 novembre alle 10 e 30 al Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

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«Sarà un cammino ancora lungo ‒ esordisce il vescovo mons. Raffaello Martinelli  ‒, non c’è da farsi illusioni, anche se bisogna ringraziare Dio per tutto il lavoro svolto».

La chiusura della fase diocesana raccoglie, infatti, tutta la documentazione necessaria per poter studiare e verificare, da parte della Congregazione per le Cause dei Santi, la vita, le virtù eroiche, la fama di santità e dei segni e il profilo spirituale di Chiara Lubich. Un lavoro enorme, durato quasi 5 anni, cominciato il 27 gennaio 2015. «Mi ha dato una conoscenza ampia, universale ‒ chiosa il delegato episcopale, mons. Angelo Amati ‒, che prima era limitata perché lavoravo solo all’interno della mia diocesi. Mi ha dato un’apertura verso le altre religioni e le altre confessioni cristiane».

Le indagini sono state effettuate oltre che nelle diocesi di Roma, Albano e Fiesole, anche a Losanna, Ginevra, Friburgo (Svizzera), Augusta, Ottmaring, Bamberga, Norimberga (Germania), Westmister (Inghilterra), Gand, Bruxelles (Belgio). In più sono state ricevute due rogatorie da Bangkok (Thailandia) e da Lubiana (Slovenia).

Maria Voce, presidente dei Focolari
Maria Voce, presidente dei Focolari

La cerimonia si snoda con la lettura del decreto di chiusura della fase diocesana, il giuramento sul segreto d’ufficio, la firma del verbale, l’inserimento nelle 3 scatole ancora aperte dei verbali e dei giuramenti firmati, sigillati dal vescovo Martinelli con la ceralacca. Maria Voce, presidente dei Focolari, conclude con un saluto finale in cui ringrazia tutti per il lavoro fin qui svolto e spiega che «l’unico nostro desiderio ora – possiamo assicurarlo – è quello di offrire alla Chiesa, attraverso questa ampia documentazione, il dono che Chiara è stata per noi e per moltissime persone. […] Noi attenderemo con spirito di umiltà il giudizio del Santo Padre e chiediamo a Dio, solo per la sua gloria e per il bene di molti che, con l’eventuale riconoscimento dell’esemplarità di Chiara, l’umanità e la storia possano conoscere nuovi sviluppi di pace, di unità e di fraternità universale».

Ad una domanda di Città Nuova, aggiunge che «per me è una grande gioia perché vedo si realizza quello che Chiara desiderava: una santità di popolo, di massa. Questa partecipazione corale di oggi in questa cattedrale, anche se non abbiamo fatto grande pubblicità, mi sembra sia la risposta, perché non si può pensare di fare una celebrazione per Chiara senza una revisione della propria vita. Lei anche oggi ci parla e ci dice: “Se volete venitemi dietro”. E questo vuol dire scegliere Dio come l’ha scelto lei per andare avanti insieme. Per tutto il Movimento il senso è questo: ricominciare, come se fosse la prima volta, a mettere Dio al primo posto, per essere con Chiara dove lei è».

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Non è senza significato per il cardinale Tarcisio Bertone, tra i presenti perché titolare della sede suburbicaria di Frascati, che l’apertura e la chiusura della fase diocesana siano avvenute nella Cattedrale di Frascati dedicata a San Pietro, perché «Chiara ha amato molto e spiegato il carisma petrino e mariano della Chiesa. È un dono che dobbiamo portare nel cuore e coltivare nella nostra vita e nel nostro cammino. […] Invochiamo il Signore perché il carisma di Chiara continui ad essere lievito, a portare frutto in tutto il mondo, nella Chiesa e al di fuori dei confini della Chiesa».

Una grande gioia anche per Jesús Morán, co‒presidente dei Focolari «perché è la prima fase di un processo in cui – come ha detto Chiara ‒ la luce del carisma può arrivare a tutti. Abbiamo cominciato a “perdere Chiara”, che vuol dire donarla a tutti. Questo perché il carisma di Chiara è per tutti, non solo per il Movimento dei Focolari».

Alcuni parenti di Chiara Lubich
Alcuni parenti di Chiara Lubich

Tra i presenti alcuni parenti tra cui la nipote Cinzia Lubich, figlia di Gino, fratello di Chiara, che è stato redattore della rivista Città Nuova: «Per me è stata una grande emozione e un giusto premio per la zia, per tutto quello che ha fatto nel corso della sua vita, fin da quando era piccola. Era una zia dolcissima. Trascorrevamo tutte le feste di Natale e di San Luigi assieme (Luigi è il nome del papà e Luigia il nome della mamma di Chiara ndr). Era una donna molto aperta, molto tollerante. Noi abbiamo passato i nostri momenti di ribellione, di rivoluzione, di negazione della religione, ma lei c’è sempre stata accanto, rimanendo in silenzio se occorreva, parlando se doveva. Sempre con un tatto e dei modi esemplari».

Finita la fase istruttoria diocesana ora la causa prosegue in Vaticano. Quanto durerà? «È imprevedibile ‒ spiega il postulatore don Silvestre Marques ‒, perché è una causa voluminosa, ma se andrà bene la Positio, cioè la sintesi della documentazione che prova la vita esemplare di Chiara, l’esercizio eroico delle virtù, la fama di santità e dei segni, ci vorranno 4-5 anni. Nella fase romana si cercherà di arrivare al decreto sulla venerabilità. Quando il Santo Padre pubblicherà il decreto vorrà dire che la persona ha vissuto le virtù in modo eroico ed è un modello proponibile per tutti. Se è riconosciuta Venerabile, vuol dire che è dimostrata la sua santità ed è degna di venerazione».

Al centro il postulatore don Silvestre Marques
Al centro il postulatore don Silvestre Marques

Per la beatificazione, invece, occorre un miracolo attribuito all’intercessione del Servo/a di Dio, verificatosi dopo la sua morte. «Abbiamo raccolto durante la fase diocesana ‒ spiega il postulatore ‒ parecchie grazie ricevute da Dio attraverso l’intercessione di Chiara Lubich. Alcune possono essere considerate presunti miracoli, ma non abbiamo voluto fare fino ad ora nessun studio particolare perché crediamo non sia il momento. Queste grazie sono accadute in Italia, in Germania, in Brasile, in tutti i Continenti e saranno oggetto di un eventuale nuovo processo, detto super miro, che avrà luogo, in un primo momento, nella diocesi dove è avvenuto il fatto e, in un secondo momento, ne verrà deciso l’esito durante la fase romana».

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«Per me, devo dire, ed è il sentire di tutti noi della postulazione, Chiara è stata continuamente presente.  In un processo lungo e non semplice – basti pensare che ci sono stati, nell’insieme di 173 testimoni, 32  ex officio (che si sono presentati spontaneamente o chiamati dal tribunale ndr), e tra questi ultimi alcuni contrari alla causa -, spesso abbiamo avvertito il suo intervento. Spesso ‒ conclude ‒, ci siamo trovati in mezzo al guado. Che cosa facciamo? Dove andiamo? Cosa decidiamo? Siamo rimasti in un profondo silenzio per ascoltare la voce dello Spirito e molto spesso, le difficoltà che non avremmo saputo dirimere si risolvevano da sole. Il dono più grande è stato fatto a noi che abbiamo lavorato alla postulazione, perché abbiamo potuto conoscere in profondità la vita più intima di Chiara».

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