Chiara, le relazioni scaturite dalla Parola

"La Parola di Dio”  di Florence Gillet  è il nuovo libro di Città Nuova, secondo di una serie di dodici testi, con inediti della fondatrice dei Focolari
La Parola di Dio

Le parole, il suo potere nella comunicazione, tanto più quelle preziose e stillanti di eternità: la Parola con la P maiuscola, quella che racconta di Dio all’uomo e mette in relazione con l’Alto. «…Non è di tutte le ore la possibilità di udire parole di vita eterna». Si legge anche questa frase della Lubich, nel nuovo libro per Città Nuova La Parola di Dio  a cura di Florence Gillet, parte di una serie che toccherà i dodici cardini della spiritualità di Chiara Lubich.  Il volume che pubblica brani editi e non della fondatrice dei Focolari permette al lettore di farsi accompagnare da “una maestra di spirito”, di conoscere il suo pensiero e la vita di comunione che ne scaturisce.

 

Ma dietro c’è stato un lavoro alacre ed attento che ancora continua. Gli scritti e le registrazioni audio che oggi il Centro Chiara Lubich, un gruppo di lavoro che sta ordinando e predisponendo i documenti della fondatrice dei Focolari per essere oggetto di studio e di pubblicazioni nel futuro, è una fonte viva e preziosa di tanti  messaggi e  intuizioni folgoranti e di estrema attualità. «A tre anni e mezzo dalla scomparsa di Chiara − ci spiega Florence Gillet −, si fa un lavoro estremamente preciso per catalogare, archiviare scritti e registrazioni. Il lavoro procede con passione e professionalità». Di questo e molto altro ce ne parla nell’intervista che ci ha concesso.

 

La “Parola di Vita”. Com’è nata in Chiara la tensione a vivere un brano della Scrittura per un certo periodo?

«Fin da giovanissima, Chiara ha puntato al “Tutto”. Se un Dio ha parlato agli uomini, donando la Sua vita attraverso la sua Parola, quale atteggiamento più intelligente che ascoltarlo e “essere sua parola viva”? Da lì la pratica di prendere una frase del Vangelo dal senso compiuto e di viverla per un certo tempo, un mese generalmente»

 

Come la Parola può entrare nella vita quotidiana delle persone e in particolare dei giovani?

«Chiara è stata guidata dallo Spirito con una pedagogia ben particolare: mettersi alla scuola di un solo Maestro, facendo tacere le altre parole. Contemporaneamente è stata guidata a non farlo da sola ma insieme ad altri, condividendo gli sforzi, le conquiste, i frutti e le verifiche delle parole del Vangelo. La sua proposta non può essere diversa: per aver la forza di mettersi a tradurre in vita la Parola ci vuole un terreno dove il Cristo sia vivo per l’amore reciproco tra i componenti. A sua volta, la vita della Parola e la condivisione delle esperienze alimenta la presenza di Cristo. Questa è una proposta affascinante per tutti, in particolare per i giovani»

 

Ma cos’era per Chiara la Parola di Dio?

«La Parola per Chiara era tutto, perché la Parola è Cristo. E, come il cuore del messaggio cristiano è “Colui che avete crocifisso Dio lo ha risuscitato” (Cf. At 2,23-24), così per Chiara la vita della Parola è morte a ciò che è vanità e risurrezione ad una vita nuova. Veramente “la Parola dà vita”, la vita di Dio».

 

Nel libro ci sono dei brani inediti. Qualche sorpresa personale?

«Nella mole di documenti raccolti sull’argomento, si rimane sbalorditi dall’importanza e dalla centralità della Parola per Chiara. “Lascia a chi ti segue solo il Vangelo” è un suo testamento. E poi la dimensione collettiva della vita della Parola: la Parola, suscitando relazioni vere, trasforma gli uomini e, di conseguenza, il mondo».

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