Chiara e la santità di popolo
10 novembre 2019. L’evento, pur nella sua semplicità, è di quelli che non si dimenticano. La chiusura della fase diocesana raccoglie tutta la documentazione necessaria per poter studiare e verificare, da parte della Congregazione per le Cause dei Santi, la vita, le virtù eroiche, la fama di santità e dei segni e il profilo spirituale di Chiara Lubich.
Un lavoro enorme, durato quasi 5 anni. Finita la fase istruttoria diocesana, ora la causa prosegue in Vaticano. Quanto durerà? «È imprevedibile ‒ spiega il postulatore don Silvestre Marques ‒, perché è una causa voluminosa, ma se andrà bene la Positio, cioè la sintesi della documentazione che prova la vita esemplare di Chiara, ci vorranno 4-5 anni per arrivare al decreto sulla venerabilità. Quando il Santo Padre pubblicherà il decreto, vorrà dire che la persona ha vissuto le virtù in modo eroico ed è un modello proponibile per tutti. Se è riconosciuta Venerabile, vuol dire che è dimostrata la sua santità ed è degna di venerazione».
Per la beatificazione, invece, occorre un miracolo attribuito all’intercessione del servo/a di Dio, verificatosi dopo la sua morte. «Abbiamo raccolto durante la fase diocesana ‒ spiega il postulatore ‒ parecchie grazie ricevute da Dio attraverso l’intercessione di Chiara Lubich accadute in Italia, in Germania, in Brasile, in tutti i Continenti e saranno oggetto di un eventuale nuovo processo, detto super miro, che avrà luogo, in un primo momento, nella diocesi dove è avvenuto il fatto e, in un secondo momento, ne verrà deciso l’esito durante la fase romana».
La cerimonia si snoda con la lettura del decreto di chiusura della fase diocesana, il giuramento sul segreto d’ufficio, la firma del verbale. Per Maria Voce, presidente dei Focolari, «è una grande gioia perché vedo si realizza quello che Chiara desiderava: una santità di popolo, di massa. E non si può pensare di fare una celebrazione per Chiara senza una revisione della propria vita. Lei anche oggi ci parla e ci dice: “Se volete, venitemi dietro”. E questo vuol dire scegliere Dio come l’ha scelto lei per andare avanti insieme. Per tutto il Movimento il senso è questo: ricominciare, come se fosse la prima volta, a mettere Dio al primo posto, per essere con Chiara dove lei è».
Una grande gioia anche per Jesús Morán, co-presidente dei Focolari, «perché è la prima fase di un processo in cui – come ha detto Chiara ‒ la luce del carisma può arrivare a tutti. Abbiamo cominciato a “perdere Chiara”, che vuol dire donarla a tutti. Questo perché il carisma di Chiara è per tutti, non solo per il Movimento dei Focolari».