Chi si nasconde dietro i ribelli?

Mentre il regime di Damasco sembra avvicinarsi al collasso, un deputato repubblicano statunitense, Ron Paul, formula inquietanti domande che confermano la presenza di al Qaeda tra i ribelli
La città di Aleppo dopo un bombardamento

Siamo probabilmente vicini al collasso del regime siriano di Assad, proprio nello scenario che i cittadini del Paese mediorientale non volevano: una sanguinosa guerra civile. Lo abbiamo sostenuto in piú occasioni su questo sito: non si difende un regime dittatoriale indifendibile che, con l’avanzare della rivolta, ha accentuato le sue già gravissime responsabilità; ma nel contempo non si può tacere che il metodo utilizzato per sbarazzarsene sia stato quello di attizzare un fuoco che, come già accaduto in Afghanistan, Iraq e Libia scopre un vero e proprio vaso di Pandora.

I metodi usati dagli occidentali implicati nel piano di destabilizzazione, Stati Uniti in testa, non solo non sono di per sé più leciti di quelli ai quali riccorre un sempre piú debole Assad – abbandonato persino dal suo primo ministro oltre che da una trentina di generali, deputati, diplomatici e figure pubbliche –, ma non paiono degni della democrazia in nome della quale si pretende di agire.
 
In realtá, interessi geopolitici e industriali stanno dietro l’obiettivo di abbattere il regime di Damasco, in particolare per indebolire l’Iran. Chi può oggi prevedere il futuro del Medio Oriente nel quale l’influenza di Qatar e Arabia Saudita (alleati nella politica anti-iraniana) non assicura migliore stabilitá e meno radicalismo religioso?
 
Tra questi metodi, in contraddizione con la guerra globale contro il terrorismo scatenata dalla Casa Bianca, stupisce il voler concorrere alla causa delle stesse organizzazioni terroriste accusate degli attentati dell’11 settembre e di quelli successivi di Madrid, Londra, ecc. Era già avvenuto in Libia, e ora lo si ripete in Siria. Nei fatti al Qaeda è in prima linea nella battaglia siriana. A fianco degli occidentali. Chi e cosa sta dietro ad al Qaeda? Sentiamo cosa dice un deputato statunitense che non tace e che dice quanto molti sanno ma tacciono: l’appoggio ai ribelli siriani significa anche appoggiare al Qaeda. Ron Paul, deputato repubblicano del Texas, ha fatto dichiarazioni presso al Congresso che si commentano da sole.
 
Dichiarazione del deputato Ron Paul, emessa il 6 agosto 2012*.
 
La Camera ha approvato la settimana scorsa un nuovo disegno di legge che stabilisce sanzioni contro l'Iran e la Siria, approsimandoci a un'altra guerra in Medio Oriente. Ci viene detto che sanzioni sempre più aspre alla fine costringeranno le nazioni nel mirino a piegarsi alla nostra volontà. Ció nonostante  l'inefficacia delle precedenti sanzioni non ci ha insegnato nulla: in verità le sanzioni portano alla guerra più che impedirla. Fino all'anno scorso, le sanzioni aplícate alla Libia sono state presentate come un grande successo. Il regime avrebbe cambiato il suo comportamento. Eppure la NATO ha in ogni caso bombardato quel Paese.

La scorsa settimana abbiamo appreso che il presidente Obama ha firmato una “decisione autorizzativa” che spinge la CIA ad aiutare segretamente i ribelli in Siria. Il gobernó sembra determinato a combattere un'altra guerra in Siria che non ha nulla a che vedere con gli interessi nazionali americani.
Siamo al corrente che una simile "decisione autorizzativa" è stata firmata quando era ancora in carica il presidente George W. Bush per indirizzare l’intelligence degli USA affinché minasse il governo dell’Iran e vi promuovesse un cambiamento di regime. Durante molto tempo i neoconservatori hanno chiesto di rovesciare il governo della Siria prima di passare alla guerra contro l'Iran. Questa bellicosità prosegue a prescindere dal fatto che alla Casa Bianca si trovi un altro partito.
In Siria vediamo ancora una volta come le nostre politiche interventiste si ritorcono contro di noi e ci rendono meno sicuri.

Recenti notizie di stampa indicano legami tra l'opposizione siriana e Al Qaeda (e altri gruppi estremisti). Un articolo pubblicato da poco sul giornale británico  The Guardian ha informato che “Al Qaeda é una marea tra i ribelli in lotta nella Siria orientale”. Nel pezzo viene citato un leader di Al Qaeda in Siria, il quale sostiene che egli si riunisce quasi ogni giorno con la principale organizzazione ribelle siriana sostenuta dagli USA, l'Esercito Siriano Libero”. Pertanto, attraverso la promozione di una guerra civile in Siria si finisce per alimentare Al Qaeda.

In base a un altro articolo apparso di recente, i servizi tedeschi stimano che negli ultimi sei mesi un centinaio di attacchi terroristici sono stati commessi in Siria da Al Qaeda o da organizzazioni collegate. Il mese scorso un attentatore suicida in Siria ha ucciso il ministro della difesa e diversi alti funzionari del governo. Il governo degli Stati Uniti, che sta combattendo una "Guerra al Terrore" da più di una decade, in questo caso si é rifiutato di condannare questo atto di terrorismo.

Si solleva dunque la questione se il la nostra amministrazione in Siria non stia sostenendo le medesime persone che abbiamo invece combattuto in Iraq e in Afghanistan.
La Segretaria di Stato Hillary Clinton espresse queste stesse preoccupazioni all'inizio dell’anno quando le fu chiesto se gli Stati Uniti erano restii a consegnare armi ai ribelli in Siria. “A chi le consegnate? – rispose –. Sappiamo di Al Qaeda. Zawahiri sostiene l'opposizione siriana. In Siria stiamo forse sostenendo Al Qaeda?” Buona domanda! Dimostra chiaramente che gli Stati Uniti non hanno interesse alcuno ad essere coinvolti in questa guerra civile.
Nel 1980 abbiamo appoggiato un movimento di resistenza in Afganistán, dal quale più tardi nacquero elementi di Al Qaeda e dei talibani. Quando impareremo la lezione e smetteremo di intervenire in conflitti che non riusciamo a capire, in conflitti che non hanno nulla a che fare con gli interessi nazionali degli statunitensi?
 
* Link dell’intervento del deputato Ron Paul
http://www.youtube.com/watch?v=0PtbrWem3BY


Approfondimenti sul caso Siria sulla rivista Città Nuova e su cittanuova.it

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