Chi ha vinto tra Renzi e Grillo?

Sul surreale incontro-scontro le valutazioni dei commentatori nelle pagine dei quotidiani di oggi. Il leader dei Cinquestelle e il presidente incaricato faccia a faccia
Grillo

«Nell’incontro con Grillo, Matteo Renzi si è comportato come uno di quegli studenti che con il sorriso sulle labbra riescono a fregare il professore e fargli fare una figura da chiodi», ha scritto Stefano Zecchi sul Giornale, commentando l’incontro-scontro tra il presidente incaricato e la guida del Movimento 5 Stelle, al suo primo confronto con il leader di un altro partito.

La consultazione in diretta streaming svoltasi ieri è risultata surreale tanto nei linguaggi e nelle gestualità, quanto negli argomenti. E i giudizi sull’esito dell’appuntamento sono ampiamente contraddittori anche tra i comunicatori. «Matteo, hai straperso. Non si è eleganti e blandi e ruffiani con un piccolo teppista. Sembravi Bersani», ha tuonato Giuliano Ferrara. Mentre Gianni Riotta ha commentato: «Beppe Grillo non ama la democrazia e si vede, ma non conosce neppure la buona educazione. Le due cose spesso vanno insieme». Di parere opposto Franco Bechis, secondo il quale «Beppe Grillo ha rovinato magistralmente il jungle di Matteo Renzi». Da Luca Sofri un pronostico: «Non crediate che Grillo perderà consensi per questo».

Alle richieste di Renzi di intervenire («Posso?», «Mi dai un minuto?»), Grillo ha opposto un costante rifiuto («No, neanche un minuto». «Non sono democratico con voi»), accusandolo di «non essere credibile qualsiasi cosa dici», «Noi siamo nemici fisici del tuo mondo», «Sono qui per dirti la nostra totale indignazione per ciò che rappresenti, De Benedetti, gli industriali, gente che ha disintegrato questo Paese».

Le consultazioni sono un’altra cosa, soprattutto perché a mancare sono stati soprattutto i contenuti. In quei dieci minuti non sono stati ammessi nella Sala del Cavaliere (non c’entra Berlusconi) di Montecitorio, come sono rimasti spettatori silenziosi sia il ministro Delrio (Pd) zittito da Grillo, che il vicepresidente della Camera, Di Maio (M5S), muto.

«Esci da questo blog!», ha sbottato alla fine il politico fiorentino a Grillo. E la frase è rimbalzata subito sulla Rete, diventando il tormentone del popolo del web e dei social network, mentre dal blog del leader di M5S ben presto si è provveduto al rilancio con l’hashtag #sfiduciamorenzie. Insomma, molta medianicità e poca politica. Anzi, nulla.

Lo rileva, tra gli altri, Sebastiano Messina su Repubblica. «Colpiva l’assolta indifferenza del guru pentastellato rispetto al mandato che lui stesso aveva chiesto all’unica autorità che dice di riconoscere, “la Rete”. I suoi iscritti, i suoi militanti hanno invece deciso che stavolta bisognava andare a sentire cosa proponeva Renzi, e lui c’è andato, sì, ma solo per tirargli una torta in faccia, avvertendo con tono sprezzante che non era venuto  “per parlare di programmi”».

Gli ha fatto eco Marco Demarco sul Corriere della Sera: «Quello che non ha tentato sul palco di Sanremo, il leader pentastellato lo fa all’interno del Palazzo. Dà spettacolo ad uso e consumo dei collegati in streaming. Non ho prove ma accuso, diceva Pasolini alla Dc. Non ho imputazioni a tuo carico, ma già emetto la mia sentenza, dice Grillo a Renzi».

Sul blog di Grillo il dibattito ha preso immediatamente avvio appena conclusa l’irrituale consultazione. A quanto accaduto vengono date valutazioni opposte. «Sebbene io concordi con la sostanza delle cose dette da Grillo nell’incontro con Renzi, devo dire che Grillo ha fatto una figura indecente!>, chiarisce Paolo Carnelli, mentre Marcello Moretti dà sfogo alla sua soddisfazione: «Grande Beppe! Sei al momento l’unica speranza in un Paese marcio e corrotto… chi pensa di ripulire il liquame standoci dentro è un grande ingenuo… grazie continua a farci almeno sperare».

Chi ha vinto tra  Grillo o Renzi? Il quesito attraversa i commenti sull’informazione scritta di oggi. «Se la posta in palio dell’incontro tra il nemico del Sistema e la sua ultima faccia presentabile fosse stata la conversione di Grillo ai riti della democrazia, Renzi avrebbe perso su tutta la linea», chiosa Massimo Gramellini sulla Stampa.

Su Avvenire l’analisi è affidata anche ad un esperto di comunicazione, Gianluca Nicoletti. «Non ha vinto nessuno, ma ha perso la politica – stigmatizza –. Cosa rimane del contenuto? Poco o niente. Resteranno lo scontro, gli insulti. E l’episodio sarà archiviato nella categoria delle papere. Per un ragazzo di oggi, infatti, non ci sarà differenza tra lo scontro Renzi-Grillo e un capitombolo di “Paperissima”. Qualcosa da vedere, insomma, per farsi due risate». Un risultato tutt’altro che incoraggiante.

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