Che truffa!
Non è un peccato, anzi. E in mezzo a tanti prodotti tragici o neri, un po’ di vivacità molto americana e molto West Virginia rurale e repubblicana ci sta davvero bene nel film La Truffa dei Logan di Soderbergh. La famiglia Logan passa per esser sfortunata, contadinotta e sempliciotta. Meglio stare alla larga: porta male. Jimmy (Channing Tatum) ex promessa del basket ha una gamba offesa, è separato, il fratello Clyde (Adam Driver) ha perso un braccio in guerra e fa il barman, mentre il primo, operaio, viene licenziato. Per rifarsi organizzano, con l’aiuto della sorella, dell’esperto Daniel Craig (in prigione) un colpo grosso ai danni della gara Nascar, riuscendo a prendersi tutto il favoloso incasso. Felici, anche se alle calcagna ci sarà l’astuta detective Fbi Sarah (un prevedibile sequel). Diretto da Soderbegh con mano felice, il film è spiritoso, condito con dialoghi briosi, dove il sempliciotto Clyde deve vedersela con il fratello maggiore (un buono anche lui, in fondo) e dove la fuga dal carcere di Daniel Craig è un furbesca presa in giro di celebri evasioni cinematografiche (Papillon è in arrivo…). È una America meno gloriosa e vittoriosa (si pensi alla prossima Mission impossible del semprevivo Tom Cruise) quella che il film ci fa vedere, perchè al di là del sorriso c’è sempre un occhio ai sogni disillusi di una gioventù perdente e segnata da un destino avverso. Ma i due fratelli sanno cambiare il loro disagio in vittoria, abilmente e in una rivincita sulle sconfitte della vita. Eleganti nel loro umorismo spontaneo gli attori, anche l’autoironico 007 Daniel Craig, in un ruolo scritto apposta per lui. Ironico il film, slanciato, ritmato e leggero, si vede tutto d’un fiato. L’America povera e trascurata si ribella con astuzia contadina, ce la fa, almeno per ora. Divertente e scanzonato al punto giusto. Senza strafare nel genere, una volta tanto.