Che fatica stare concentrato!
«Sempre più insegnanti lamentano che i bambini manifestano disturbi dell’attenzione. Che responsabilità può avere la tv?».
Elisa
«Sempre più insegnanti lamentano che i bambini manifestano disturbi dell’attenzione. Che responsabilità può avere la tv?».
Elisa
Vari studi hanno evidenziato un legame tra l’esposizione alla tv nei primi tre anni di vita dei bambini e i disturbi dell’attenzione all’età di sei-sette anni, associati spesso a problemi di concentrazione e nervosismo. La visione continua delle immagini sul piccolo schermo trascina l’attenzione del bambino, anche quando non è ancora in grado di comprendere ciò che viene rappresentato.
Lo sguardo, nelle prime fasi dello sviluppo del bambino, viene orientato in modo riflesso dal sistema nervoso centrale prima che subentrino meccanismi di puntamento volontari. Questo tipo di attenzione non è perciò volontaria ma coatta, indotta cioè dal susseguirsi dei colori, del movimento, dei suoni, dal cambio delle immagini e dei piani: non nasce, come nel gioco, da un’esigenza del bambino che esplora l’ambiente, tocca, annusa, sceglie dove andare e cosa fare.
Inoltre il rumore di fondo di una tv accesa disturba gli sforzi del bambino di mantenere l’attenzione sul gioco che sta svolgendo. In un esperimento, bambini di uno, due e tre anni furono osservati per periodi di un’ora mentre giocavano sia con la tv accesa, che spenta. I momenti di attenzione totale sul gioco risultarono più brevi del 25 per cento quando la tv era accesa. Anche se la tv non è l’unico fattore che determina disturbi dell’attenzione, questi dati ci insegnano che per avere bambini più concentrati e calmi è bene tenere la tv spenta.
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