Chat Yourself, per chi soffre di Alzheimer
Non riuscire a ricordare il nome di un parente, la strada per tornare a casa, un appuntamento, le proprie allergie, sono solo alcuni esempi di ciò che può accadere fin dagli stadi meno gravi, a chi soffre di Alzheimer. Perdite di memoria che possono mandare in confusione una persona, disorientarla e che causano difficoltà anche ai parenti più stretti e a chi si approccia per la prima volta alla malattia.
Sviluppata da Nextopera e da Young & Rubicam, con il patrocinio di Italia Longeva, il network dedicato all’invecchiamento creato dal ministero della Salute della Regione Marche, nasce allora Chat Yourself, un’App per aiutare chi si trova ancora ai primi stadi della malattia. Si tratta di un chatbot di Messenger, una sorta di assistente virtuale che risponde alle domande di chi scrive simulando una conversazione con se stesso. Nel momento dell’iscrizione, alla persona interessata viene sottoposto infatti un questionario dettagliato che serve a memorizzare le informazioni principali: dall’indirizzo di casa ai nomi dei propri parenti più stretti, medicinali da prendere, allergie, cibi preferiti e abitudini. In questo modo è possibile registrare informazioni che molto spesso possono essere vitali per una persona e restituirle indietro nel momento del bisogno.
In un momento di confusione è possibile chiedere alla chat il nome dei propri figli o un aiuto per ritrovare la strada di casa ed evitare di perdere l’orientamento spazio temporale, ma anche un aiuto per ricordare dove solitamente si lasciano le chiavi di casa, i luoghi che si frequentano e così via. E l’App interagisce con le persone anche senza essere consultata: ricordando ad esempio l’orario di pranzo e suggerendo quali sono i pasti abituali ed eventuali allergie.
Ogni anno, sono quasi 10 milioni i nuovi malati di Alzheimer, per questo per la realizzazione dell’App si sono riuniti medici e psicologi specializzati, l’obiettivo non può essere quello di sconfiggere l’Alzheimer ma di ridare indipendenza a chi ne soffre.