C’era una volta in Anatolia…

Con l’estate arrivano nei cinema pellicole di ogni genere. Da non perdere il bellissimo film del turco Nuri Bilge Ceylan. Tutti da ridere Il Dittatore e Benvenuto a bordo
c'era una volta in anatolia

Grande cinema con C’era una volta in Anatolia, del turco Nuri Bilge Ceylan. Due ore e mezzo senza interruzione, per nulla stancanti, in un thriller psicologico che vede un gruppo di poliziotti con un omicida esplorare le colline deserte dell’Anatolia alla ricerca del corpo di un assassinato.
Ma il viaggio è più che altro interiore perché le trame, i misteri di ciascuno vengono man mano alla luce con le loro ambiguità e reticenze. Nessuno è in effetti innocente. E la natura, esplorata nelle bufere e nel caldo rovente, è la parola che fa da sfondo al teatro delle passioni umane. Che il regista guarda, nella desolata provincia simbolo della desolazione umana, senza giudizi, anzi con un velo di pietà. Anche per gli innocenti – il figlio dell’ucciso- che non riescono a perdonare. Asciutto e glabro, luminoso e inquietante, il film, presentato nel 2011 a Cannes, sfiora forse il capolavoro.
Ma, lo vedrà qualcuno degli italiani, vacanzieri appena spunta un po’ di caldo, prima nella mente che al mare? Il dubbio è legittimo.
 
Altra cosa Il Dittatore di Sacha Baron Cohen. Dopo Borat e Bruno, tocca ai dittatori un po’ folli, sulla scia di Gheddafi e Saddam Hussein messi insieme, prendere le botte – metaforiche – da parte del funambolico attore. Si ride e si sorride, perché questa volta l’ironia è meno gradassa e addirittura più fine. Ce n’è per tutti. Per gli americani, Hollywood, l’Onu, la Siria, il maschilismo, eccetera. Manca solo il Vaticano! Per chi vuol divertirsi senza pensare troppo. Non siamo nel campo del genio, ma di una simpatica follia.
 
Benevenuto a bordo, di Eric Lavaine. Ridere alla francese (quando si può e ci si riesce…). A bordo di una sorta di Titanic vacanziero, una responsabile delle risorse umane si vendica del capo suo ex amante ed assume un animatore del tutto inadatto. Gaffes, confusione, disorganizzazione: le vendette al femminile sanno avere le unghie raffinate. Guai a diventarne una vittima, come il povero ex amante! L’animatore, per quanto distratto e inadatto, alla fine ha un cuore. E questo basta a consolare l’ex vipera. Divertente, buono, giocoso. Con un umorismo francese tutto suo….
  
Infine, per gli amanti del brivido, Paura di Marco e Antonio Manetti e Le paludi della morte, filmone per palati forti.

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