Cenacoli digitali. Per fare cultura
Forse Mecenate, Virgilio e Orazio avrebbero qualcosa da ridire, e pure i Medici col Leon Battista Alberti resterebbero un po’ interdetti; il Manzoni lo scopriremmo disorientato e Ungaretti e Quasimodo ce li immaginiamo assai perplessi. Ma a noi i salotti letterari sul web fanno proprio simpatia. Inediti cenacoli digitali, figli della cultura del “bit”, capace di vestire in fogge nuove anche i più antichi e sacri rituali, queste agorà virtuali hanno inaugurato un nuovo modo di fare cultura intorno al libro. Dal basso, si capisce, ma d’altronde quale movimento letterario d’ogni epoca non s’è fatto espressione, fra le élite colte, del fermento che agitava le masse? La differenza sta nel fatto che oggi proprio le masse possono farsi protagoniste di quel dibattito culturale che crea nuove forme di pensiero e d’azione. Anche sul web. Basta andare su un sito di social reading per dire la propria su un libro e sulle idee che promuove, intavolare una discussione su un tema di attualità, cultura, politica o su un fenomeno sociale, per vedere che ne pensano gli altri lettori di quell’autore che fa tanto discutere, per scoprire che quel testo che abbiamo apprezzato ha ispirato dibattiti e iniziative.
Ne esistono anche di specifici per canali tematici e funzionano come dei social network. Su www.bookliners.com ad esempio – in italiano – ciascun utente ha la propria bacheca con il riepilogo dei commenti fatti e l’elenco degli amici, i gruppi di discussione, i messaggi e i libri letti. È possibile accedere gratuitamente alle anteprime dei libri o acquistare i volumi in formato cartaceo o come eBook, ma soprattutto è possibile interagire con gli altri lettori proprio a partire dal testo: si può commentare un passo del libro e rispondere ai commenti di altri lettori, scrivere all’autore, inserire link audio e video e pubblicare una pagina o un commento anche sulla nostra bacheca di Facebook o Twitter. Per ora il sito raccoglie prodotti di piccoli e medi editori; l’auspicio è che anche i grandi si lascino coinvolgere.
TELEVISIONE
Prima la tutela dei minori
Ha ribadito questo principio il Tar del Lazio quando il mese scorso ha deciso di respingere il ricorso di Mediaset contro un provvedimento sanzionatorio dell’Agcom: l’Autorità garante per le comunicazioni ha imposto una sanzione di 50 mila euro all’emittente per aver trasmesso servizi informativi di cronaca nera coinvolgenti minori in orario di fascia protetta (16,00-19,00), violando il “Testo unico della radiotelevisione” e il “Codice di autoregolamentazione tv e minori”. In particolare, il Tar ha stabilito che il diritto alla tutela dei minori «assume un connotato prevalente» rispetto ad altri diritti che, sebbene garantiti, in caso di conflitto con il primo, «devono essere considerati recessivi». Soddisfazione è stata espressa dal Comitato media e minori promotore dell’iniziativa presso il garante, secondo cui la sentenza riconosce le regole del Codice come «precetti normativi alla cui violazione è correlato il potere sanzionatorio dell’Agcom». Una vittoria per coloro che lavorano per promuovere nei media una cultura centrata sulla persona.
YOUTUBE
Un esperimento in orbita
L’obiettivo è quello di promuovere nei giovani la passione per la scienza e c’è da scommettere che il concorso “YouTube Space Lab” ci riuscirà: è rivolto ai ragazzi di tutto il mondo, dai 14 ai 18 anni, e chiede di ideare un esperimento da realizzare in orbita in condizioni di microgravità. I ragazzi dovranno spiegare l’esperimento in un video da caricare su YouTube, indicando il quesito di partenza, l’ipotesi scientifica, i risultati attesi e il metodo da impiegare, anche con l’aiuto di schemi o prototipi. I video saranno votati dal popolo della Rete e da una giuria di esperti. I due esperimenti vincitori verranno condotti sulla Stazione spaziale internazionale e trasmessi in diretta su YouTube. Per presentare i video c’è tempo fino al 7 dicembre.