Ceccarelli campione italiano sui 60 metri: battuto il grande Jacobs
Dove finiscono i demeriti del grande Marcell Jacobs, quanto meno iniziano soprattutto i meriti di un nuovo astro nascente della velocità italiana: il nuovo campione del Belpaese sui 60 metri è Samuele Ceccarelli. Ha del clamoroso quanto vissuto agli Assoluti indoor di Ancona del fine settimana: non solo Marcell Jacobs è battuto, ma il 23enne Samuele Ceccarelli, toscano di Massa Carrara, costituisce una vera rivelazione. “Vola” a precedere il campione olimpico in una finale ad altissimi livelli: 6”54 e 6”55 i tempi dei primi due classificati. Dunque per un centesimo il grande Marcell Jacobs, che con lo stesso identico 6”55 si era imposto nel 2021 e nel 2022, è battuto. Dopo il meeting di Lievin della scorsa settimana, dove era stato battuto dal keniano Ferdinand Omanyala (6”54 a 6”57), è il secondo “passo falso”, se così si può chiamare, consecutivo per il nostro campionissimo azzurro. A poco più di una settimana dagli Euroindoor di Istanbul, costituisce se non altro un piccolo campanello d’allarme.
L’atletica italiana, intanto, ha però trovato un nuovo grande protagonista, Samuele Ceccarelli, che fino al 15 gennaio scorso sui 60 vantava al massimo ad un tempo personale di 6”72. Ora è addirittura al terzo posto della lista italiana all-time, dopo il 6”41 del suddetto Jacobs e il 6”51 di Michael Tumi, nonché di quella continentale stagionale, dopo il 6”49 del britannico Reece Prescod e il 6”53 del tedesco Joshua Hartmann. Ceccarelli era partito in quarta corsia, Jacobs in quinta: nella seconda e nella terza batteria, meno di un’ora prima, i due avevano corso rispettivamente in 6”60 (a 2/100 dal freschissimo personale) e in 6”56 (stagionale migliorato di 1/100). Jacobs partiva benissimo, all’inseguimento del terzo titolo italiano indoor consecutivo, facendo registrare una reazione allo sparo di 0”145, mentre Ceccarelli di 0”177. È qui però, contro ogni pronostico, che il portacolori della Firenze Marathon, allievo di Marco Del Medico, cambia la storia, prendendo presto un minimo vantaggio, poi viaggiando spalla a spalla. Nel finale il divario pare ridursi, ma il petto di Ceccarelli, però, è il primo a tuffarsi sulle fotocellule: è un centesimo di divario, decisivo, che “nasconde” una grande sorpresa.
«Difficile rendersi conto di quel che ho fatto – ha commentato a caldo Samuele – a Marcell non posso che dire grazie. Correre al suo fianco è magia. A cosa attribuisco questo salto di qualità? Alla dedizione, al lavoro e al fatto che dopo due anni riesco finalmente ad allenarmi senza infortuni». Deluso Jacobs, ma non particolarmente preoccupato: «Mi complimento con Samuele – dice – ha fatto una gara eccellente. È stato più bravo di me e ha meritato di vincere. Io voglio vedere il bicchiere mezzo pieno: in batteria mi era parso di ritrovarmi, in finale però ci sono stati dei “buchi” che non mi hanno permesso di correre come avrei voluto. Non ne avevo più, fosse stato un 100 probabilmente mi sarei fermato. Problemi fisici? No, solo un lieve indurimento all’adduttore della coscia sinistra, ma nulla di che. Non accampo scuse. Piuttosto dovrò analizzare con attenzione quanto accaduto».
Oltre alla velocità (i 60 donne sono stati aggiudicati da Gloria Hooper in 7”31), l’atletica azzurra registra una serie di risultati degni di nota e di confronti di spessore tecnico importante. Gli 800, per esempio, regalano una sfida appassionante tra Simone Barontini, finalista agli Europei dell’agosto scorso che ad Ancona correva in casa (25”32, 51”85, 1’18”56 ai 200, 400 e 600), conduceva fino a poco prima dei 700; poi Catalin Tecuceanu, padovano di origine romena allenato a Bussolengo da Gianni Ghidini, lo ha sopravanzato prima dell’ingresso nell’ultima curva chiude in splendida spinta in 1’45”99, seconda prestazione italiana all-time, a 55/100 dal record di Beppe D’Urso del 1993, con un progresso sul personale di addirittura 1”23.
Non sono gli unici acuti che il fine settimana di Ancona lancia all’atletica, portando sulla scena le qualità di diversi giovani. Due su tutti, lombardi: uno è il diciottenne Edoardo Stronati, milanese di Lainate della Pro Sesto che nella gara di alto vinta da Stefano Sottile con 2.26, terzo con 2.24, incrementa di un centimetro, dopo 43 anni, il record italiano junior che apparteneva a Paolo Borghi; l’altra è la figlia d’arte Valentina Vaccari, 16enne milanese dell’Atletica Bergamo, che nelle batterie dei 400, con 53”81, registra il primato nazionale allieve e juniores che, dal 2019, con 53”84, era di Elisabetta Vandi. Per la cronaca, il padre Marco fece parte della 4×400 indoor tuttora primatista italiana. Passi e passaggi di un’atletica azzurra che comunque fa ben sperare e stupisce.
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