Cavaliere perché pagò le rette ai bimbi stranieri

Il presidente della Repubblica ha conferito l'onoreficenza all'imprenditore che staccò un assegno per consentire l'accesso in mensa a tutti gli alunni di Adro  
Mensa scolastica

Adro è un paesino del bresciano che due anni fa le cronache avevano fatto conoscere all’Italia intera. Era accaduto che per un eccesso di politica, o come qualcuno disse di “miopismo politico”, il primo cittadino s’era appassionato sicuramente troppo al “sole delle Alpi”, il simbolo della Lega Nord. Di questi simboli, disegnati più o meno grandi e in mille maniere diverse, ne aveva piazzati un po’ dappertutto, nelle rotonde stradali e nei cortili delle scuole, insomma, non si capiva bene se come puro fatto ornamentale, di scarso gusto, oppure come modo per “segnare il territorio”. Le cose però si chiarirono abbastanza in fretta: era un fatto puramente politico, anzi di credo partitico e nient’altro.
 
Adro doveva diventare il comune modello di una convivenza nuova. Tra le prime decisioni, quella di sospendere il servizio di mensa della scuola materna ed elementare per i bambini dei genitori inadempienti, chiamati così, la motivazione vera era perché stranieri. E subito era salito il clamore mediatico e politico. Ma in paese non a tutti la decisione era stata gradita. Si era saputo a breve che un imprenditore franciacortino, preso dalla vergogna che mostrava Adro all’Italia, aveva avuto l’idea di staccare un assegno dell’importo mancante alla mensa comunale e così aveva pagato le rette arretrate. Allegando all’assegno una lettera accompagnatoria in cui si leggeva tra l’altro: «Non sono comunista. So perfettamente che tra le 40 famiglie ci sono furbetti che ne approfittano. Ma vedo intorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha meno. I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Ma dove sono i miei sacerdoti, sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo?».
 
Ora quell’anonimo ha un nome e cognome e anche una onorificenza di Cavaliere della Repubblica. La comunicazione dalla presidenza della Repubblica è arrivata a fine 2011, lui l’ha tenuta segreta ad amici e parenti, confidandola solo ai figli. Si tratta di Silvano Lancini, amministratore della Smea, una ditta di consulenza e fornitura di prodotti informatici. Un imprenditore con un senso etico davvero fuori dal comune.
 
 

I più letti della settimana

Il sorriso di Chiara

Abbiamo a cuore la democrazia

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons