Cavalcando il blu

30 cavalieri autistici dimostrano come ragazzi e adulti con ritardi cognitivi possono realizzare attività ritenute al di fuori della loro portata. A Villa Borghese, a Roma, una giornata a cavallo per bambini, adolescenti e adulti affetti da autismo
cavalcando il blu

Non ne parliamo per buonismo, ma per esperienza diretta. Della nostra redazione fa parte un ragazzo autistico, Federico De Rosa. Il primo al mondo, per quanto noi ne sappiamo che sa scrivere e interagire con noi “neurotipici”, come lui ci chiama. Ha una sua rubrica su Città Nuova in cui risponde ai lettori su come integrare le diversità. È felice di essere autistico, né è consapevole, e non vuole cambiare la sua vita. Gli interessa solo essere in relazione con tutti. Questa, per noi, straordinaria esperienza lavorativa, in cui riceviamo il mistero che è ogni persona, dando pochissimo, ci apre al mondo dell’autismo.

Tra le molteplici attività di relazione, interazione, tra uomo e natura, il 2 aprile, giornata mondiale dell’autismo, si svolge a Villa Borghese, dalle 8 e 30 del mattino, fino alle 15, una giornata a cavallo per bambini, adolescenti e adulti affetti da autismo, chiamata Cavalcando il blu. L’evento giunto alla sua seconda edizione è organizzato dalle associazioni l’emozione non ha voce Onlus (LENHV) e l’Associazione Umanitaria Luca Grisolia Onlus (LUCONLUS) che da anni lavorano con persone affette da Sindrome autistica per migliorarne la qualità di vita attraverso il coinvolgimento in prima persona in attività di ippoterapia e equitazione integrata e supportando le famiglie nella gestione del quotidiano.

La giornata vedrà la partecipazione di circa 30 cavalieri autistici che a rotazione svolgeranno una serie di attività equestri. «Vogliamo anche quest’anno contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla attuale condizione di vita delle persone caratterizzate dal disturbo autistico e delle loro famiglie” afferma Corrado Sessa ‒ Presidente de l’emozione non ha voce ‒ ma soprattutto dimostrare, oltre ogni pregiudizio, che anche ragazzi e adulti con difficoltà sociali come quelle dell’autismo e complicate, in qualche caso, da carenze o ritardi cognitivi, possono realizzare attività che sono ritenute a torto al di fuori della loro portata come ad esempio curare e gestire un cavallo».

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