Cattolici e politica: vento di novità

Voglia di partecipazione. La registra il card. Bagnasco. Che delinea un inedito soggetto.
Cattolici

Un progetto e mille fermenti. Altro che autunno! Nella sessione del consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana tenutasi a fine settembre, il card. Bagnasco ha immesso nel dibattito pubblico una stimolante brezza primaverile. Nella sua prolusione ha confidato di essere preoccupato di «un oscuramento della speranza collettiva» e ne ha evidenziato le cause: «Colpisce la riluttanza a riconoscere l’esatta serietà della situazione», «amareggia il metodo scombinato con cui a tratti si procede», «rattrista il deterioramento del costume e del linguaggio politico» e «stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica».

 

Eppure il presidente della Cei non dispera perché costata nel Paese segnali incoraggianti di «partecipazione» e «nuova consapevolezza», ad incominciare dalla comunità cattolica. Tanto che «sembra rapidamente stagliarsi all’orizzonte un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica che, coniugando strettamente l’etica sociale con l’etica della vita, sia promettente grembo di futuro».

 

A cosa si riferisce il porporato? Retinopera raduna i principali 18 movimenti e associazioni del mondo cattolico. Franco Pasquali ne è il coordinatore: «La proposta del presidente della Cei fa tesoro del nostro cammino pluriennale. Il fermento del mondo cattolico è nato dalla consapevolezza che è finito un ciclo politico e culturale nel nostro Paese, anche se non sarà immediata la conclusione». Riguardo al soggetto da costituire, Pasquali assicura che «Retinopera assumerà un ruolo sempre più impegnativo nel creare lessici e analisi comuni per favorire il cammino».

 

Il Rinnovamento nello Spirito è membro di Retinopera nella persona del presidente Salvatore Martinez: «Il cardinale sa che c’è un’amicizia crescente tra movimenti e associazioni perché già in diverse reti sperimentiamo la grazia dello stare insieme, di discernere insieme questo tempo».

 

Concorda Marco Fatuzzo, presidente internazionale del Movimento politico per l’unità (Focolari): «La prospettiva di un soggetto di interlocuzione con la politica è una risposta alle attese del papa e costituisce lo sbocco naturale di quanto sviluppato soprattutto nella Settimana sociale dei cattolici, tenutasi a Reggio Calabria un anno fa».

 

Incalza Martinez: «Dal 1992 (fine della Dc, ndr) un’esigenza ha rincorso le nostre coscienze, quella di far tornare a dialogare comunità politica e comunità ecclesiale: un soggetto pre-politico autorevole e rappresentativo può riuscire a ispirare i partiti con proposte politiche e a ripristinare collegamenti stabili con la comunità ecclesiale».

 

Quante attese su questo «soggetto»! L’appuntamento del Forum delle persone e della associazioni nel mondo del lavoro del prossimo 17 ottobre a Todi è visto come la culla adatta per il nascituro. Il Forum – composto da Acli, Cisl, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcooperative, Movimento cristiano lavoratori – aveva pubblicato in luglio un Manifesto per la buona politica e per il bene comune.

 

La relazione d’apertura, affidata al card. Bagnasco, dovrebbe esplicitare il progetto di massima davanti a un’ottantina di responsabili dei gruppi cattolici, esponenti della cultura, dell’economia e della finanza, che dialogheranno a porte chiuse. Non invitati i politici.

 

L’operazione potrebbe prefigurare la nascita di una nuova formazione politica cattolica. «Più che pensare a un partito nuovo – chiarisce Martinez – c’è da ripensare la politica. C’è la possibilità di riaffezionare la gente e le nuove generazioni a questa altissima forma di carità, ripensando la forma tradizionale dei partiti e un sistema elettorale che porti i cittadini a esprimersi».

Eppure tra alcune sigle del Forum un nuovo partito cattolico non sembra risultare un’ipotesi ma già un progetto. Le Acli fanno parte del Forum ma non condividono la prospettiva. «Che possa nascere un partito – ammette il presidente Andrea Olivero – non lo si può escludere, ma non aiuterebbe a risolvere i problemi del Paese. A noi aclisti sta a cuore il rinnovamento della politica».

 

Un rischio di Todi è che i temi, l’approccio e il pragmatismo caratteristici delle componenti imprenditoriali e sindacali del Forum connotino la piattaforma di proposte politiche senza accogliere a sufficienza le istanze del resto del cattolicesimo associato. Olivero: «Siamo all’inizio di un percorso in cui ciascuno, con grande prudenza e saggezza e spirito di servizio, dovrà rinunciare a protagonismi per convergere e trovare gli elementi che possono accomunare». Di una cosa è convinto: «Stiamo aprendo una pagina nuova nella storia anche del movimento cattolico italiano».

 

Proprio per questo, sottolinea Fatuzzo, «si tratta di guardare all’Italia. Perciò, non i cattolici per i cattolici, ma proposte dei cattolici valide per il Paese, avviando così un dialogo costruttivo con tutte le forze politiche. Sarà perciò opportuno che da Todi nasca un soggetto non elitario, capace di coinvolgere il popolo delle associazioni e dei movimenti per renderlo partecipe del cammino comune. Altrimenti, l’operazione fallisce».

 

Non mancano timori di scarsa autonomia del laicato, dato che è molto probabile che a Todi  identità, finalità e primi passi del nuovo soggetto vengano definiti nella prolusione di Bagnasco. «Il fatto che questo soggetto abbia il compito di interlocuzione con la politica – tranquillizza Olivero – segna una frattura rispetto al ventennio passato, segnato da un protagonismo diretto con la politica dei nostri pastori». Todi, per Fatuzzo, potrebbe segnare una svolta: «Al cardinale il compito di offrire prospettive di natura profetica, ai credenti laici l’impegno a elaborare e governare il processo con tutti i margini dovuti di autonomia».

 

 

“Repubblica” e “Panorama”

 

Pastori permettendo

 

«Ancora una volta – commenta Marco Politi, vaticanista di Repubblica – la gerarchia ecclesiastica svolge una funzione di supplenza rispetto a un’incapacità dell’associazionismo di organizzarsi per conto proprio. A Todi i lavori saranno aperti da Bagnasco: è come se ogni volta l’associazionismo dovesse aspettare una prolusione dei superiori gerarchici e non avesse una sana autonomia sturziana. Il fatto che si svolga a porte chiuse mi dà l’impressione che ci sia ancora la tentazione di volere teleguidare dall’alto gli sviluppi che dovrebbero essere presi autonomamente dall’associazionismo».

Per Ignazio Ingrao, vaticanista di Panorama, «l’intervento del cardinale chiarisce la prospettiva di medio periodo della Cei: formazione di una nuova classe politica che cresca dal basso, prendendo le distanze dal sistema di leadership un po’ mediatiche, calate dall’alto».

 

In fatto di autonomia del laicato organizzato, crede che «movimenti e associazioni si prenderanno piano piano uno spazio autonomo, perché c’è un fermento grande e forte dal basso e questo avrà inevitabilmente uno sbocco, che né la gerarchia ecclesiastica, né la vecchia politica potranno guidare. La politica sarà riportata sul territorio e crescerà la passione civile, come emerso anche in LoppianoLab. Sarà una nuova primavera della presenza dei cattolici».

Paolo Lòriga

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