Catalogna, manifesta anche chi non vuole l’indipendenza
Promossa dalla “Societat Civil Catalana”, e col simbolo di un cuore fatto da tre bandiere (l’europea, la spagnola e la senyera catalana), domenica 8 ottobre si è svolta a Barcellona la più grossa manifestazione degli ultimi tempi, contraria all’indipendentismo. Tra 350 mila, secondo la polizia urbana, e 900 mila, secondo gli organizzatori (la media fa 625 mila) i partecipanti, per una manifestazione che per la prima volta ha incoraggiato la «maggioranza silenziosa» catalana a dire la sua.
“Societat Civil Catalana” è un’associazione culturale sorta nel 2014 e composta da persone di ogni tipo. Senza nessun colore politico, cerca di promuovere «la coesione e la convivenza tra i cittadini della Catalogna e tra questi e il resto degli spagnoli», facendo leva su chi crede in «una Catalogna integrata in una Spagna plurale».
A dare il suo sostegno personale, oltre i dirigenti dei partiti detti «costituzionalisti» (Popolari, Socialisti, Ciudadanos), c’erano pure lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa e il socialista Josep Borrell, già ministro nel governo di Felipe González e presidente del Parlamento europeo tra il 2004 e il 2007.
«La passione può essere pericolosa quando a muoverla sono il fanatismo e il razzismo. E, peggio ancora, la passione nazionalista», ha detto Vargas Llosa. In tono più moderato, l’intervento di Borrell ha voluto rilevare che la Catalogna «non è una colonia» né «uno Stato occupato militarmente», avvertendo poi dei pericoli di dichiarare l’indipendenza unilateralmente.
In parallelo a questa manifestazione, piccoli gruppi di spagnoli unionisti si sono anche concentrati nella Piccadilly Circus di Londra, davanti all’ambasciata di Spagna a Parigi e alle porte del Parlamento europeo. D’altra parte in tante città spagnole si sono riuniti piccoli e grandi gruppi di persone vestite con una camicia bianca, a indicare che non vi era nessun colore politico, chiedendo ai politici di iniziare un processo di dialogo per far fronte alla crisi catalana.
La stampa internazionale ha raccolto in diversi modi il significato di queste dimostrazioni. La Bbc si fa eco delle parole del presidente del governo Mariano Rajoy: «La dichiarazione (d’indipendenza) non avrà effetto». Tra gli articoli più letti del The Guardian si trova uno intitolato “Catalani in favore dell’unità condannano la rivoluzione egoista”. The Wall Street Journal riporta la notizia in prima pagina e include il reportage “La scommessa della Catalogna per l’indipendenza semina profonde divisioni tra famigliari e amici”. Le Monde, Frankfurter Allgemeine o la Repubblica mettono anche la notizia in prima pagina.
Forse le parole di Josep Borrell, catalano anche lui, riassumono bene la finalità della manifestazione: «Se siete qui e siete venuti in tanti, è per dire al mondo che siamo cittadini di Catalogna tanto quanto coloro che vogliono l’indipendenza».