Castellano e il “nuovo” in Chiara Lubich

E' stata una personalità importante nella culturale ecclesiale Jesus Castellano . A cinque anni dalla scomparsa esce "Il castello esteriore" per Città Nuova, un libro che raccoglie suoi scritti sulla spiritualità di comunione della fondatrice dei Focolari. Ce ne parla Fabio Ciardi
Jesús Castellano Cervera

La località valenciana Villar del Arzobispo gli ha tributato il nome di una via il 15 giugno scorso. E dal 2006 sono stati molti gli atti religiosi e culturali che gli sono stati dedicati, non ultimo il libro Il castello esteriore. Il nuovo nella spiritualità di Chiara Lubich edito da Città Nuova. È Jesus Castellano Cervera somparso cinque anni orsono: consultore di sette dicasteri per il Vaticano, trent’anni di insegnamento al "Teresinum" fino alla carica di preside, più di mille titoli all’attivo, ma uomo semplice e disponibile come tanti lo descrivono. La vocazione per lui arriva presto: a 16 anni la professione semplice nei carmelitani scalzi e poi quella passione smisurata per San Giovanni della Croce e Santa Teresa che hanno lungamente influito sui suoi studi. Quando conosce il Movimento dei focolari è una scoperta: "il castello interiore"  di cui parla Teresa di Gesù si trasforma in "castello esteriore" aperto alla comunità.

 

Una figura così ricca e al tempo stesso ancor poco conosciuta di cui ci parla in quest’intervista padre Fabio Ciardi, oblato di Maria e direttore della rivista Unità e Carismi che per il libro Il castello esteriore – che raccoglie i suoi scritti  – ha curato l’introduzione.

 

Come e quando avvenne la scoperta della spiritualità di Comunione di Chiara Lubich?

«Nel 1969 partecipò per la prima volta alla Mariapoli di Rodez, in Francia. Fu l’inizio di un rapporto sempre più profondo con Chiara, con la quale avvertiva una grande sintonia. Durante la sua ordinazione sacerdotale, quando ancora non conosceva il Movimento, aveva recitato la preghiera dell’unità di Gesù. L’aveva imparata a memoria come san Giovanni della Croce e la ripeteva spesso. Quando espresse a Chiara il suo “grande desiderio di spendere tutte le mie forze per irradiare la sapienza nella Chiesa”, ella lo chiamò a farne parte scrivendogli: “Aspettavo il giorno nel quale Lei, risentendo forte nel cuore la vocazione al Movimento dei focolari e soprattutto alla sua sapienza, avvertisse il fascino d’impregnarsene sempre più”»

 

Padre Castellano era stato consultore della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede dal 1983, e aveva lavorato a stretto contatto con l’allora Prefetto, il card. Ratzinger. Una conoscenza di lunga data. Cosa accadde il 24 aprile 2005?

«Quel giorno il card. Ratzinger iniziava il suo ministero petrino come Benedetto XVI. Durante la messe solenne in piazza san Pietro a Roma, varie rappresentanti del popolo di Dio si presentarono a lui per dichiaragli il loro amore e la loro fedeltà. Padre Castellano gli si inginocchiò davanti a nome di tutti i consacrati e le consacrate per i quali aveva tanto lavorato. Il papa fu felice di incontrare di nuovo un amico che, fino a poco tempo prima, era stato un suo collaboratore nella Congregazione per la dottrina della fede di cui era prefetto»

 

Grande studioso. Una figura ancora troppo poco nota. Qual è la sua eredità?

«Un segno della sua grandezza è proprio la poca notorietà: ha servito dietro le quinte, senza apporre la firma a quanto scriveva per la Santa Sede, senza protagonismi nel lavoro discreto e insieme efficace a favore di tante realtà ecclesiali. Se molte delle idee nuove, come la spiritualità di comunione, si sono affermate nella Chiesa, è anche grazie a lui. Ci lascia una visione positiva della Chiesa, la speranza nel futuro perché nelle mani di Dio, la capacita di meravigliarsi davanti alle opere sempre nuove dello Spirito, il senso della gioia cristiana»

 

E chi era per te Castellano?

«Una persona alla quale potevo rivolgermi per qualsiasi problema, con la quale potevo condividere pensieri, intuizioni, progetti, sempre pronta ad ascoltarmi, a incoraggiarmi. Una persona che mi dava pace e sicurezza».

 

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