«Cartoni!»
I bambini sono grandi fruitori di cartoni animati in tv. Come educarli?
Chi ha famiglia e bambini piccoli lo sa. Non c’è necessità di leggere questo articolo per sapere quante ore al giorno i nostri figli passano a vedere cartoni animati in tv. E anche nelle rare uscite nelle sale cinematografiche i genitori sanno che sono costretti a sorbirsi sempre e solo pellicole di animazione. In alcuni momenti monta dentro la stessa espressione irritata del detective Valiant in Chi ha incastrato Roger Rabbit? quando a denti stretti esclamava: «Cartoni!», intendendo esprimere qualcosa di molto molesto.
Altra grande problematica è la rappresentazione che si fa della famiglia all’interno dei cartoni. Basti pensare a Topolino dove sono presenti una moltitudine di zii, cugini, nipoti e nonni e raramente genitori. Una generazione senza radici. Fino ad arrivare alla saga dei Simpson, un cartone per adulti, dove è proposta una famiglia così strampalata, aggressiva, maleducata che di più forse non si può, anche se fa risaltare il valore positivo del legame in grado di contrastare le difficoltà estreme. Tra i nuovi prodotti anche i cartoni senza distinzione di sesso in accordo alla filosofia gender che rappresenta una delle sfide culturali del futuro.
Se ne è parlato in un seminario dal titolo “La famiglia nei cartoni tv”, organizzato dal Fiuggi Family Festival in cui sono intervenuti esperti del settore e rappresentanti dell’associazionismo familiare. Bruno Bozzetto, il più famoso autore di fumetti e disegnatore italiano, ricorda come la serie tv da lui realizzata nel 2003, la Famiglia Spaghetti, fu prodotta per rappresentare «una famiglia positiva in momenti di crisi dove prevalgono i buoni sentimenti e situazioni reali dove tutti possono riconoscersi».
Tra i cartoni positivi, Cecilia Padula della Turner Broadcasting System (Boing Tv, Cartoon Network e Boomerang) individua i sempreverdi Flintstones, i nostri antenati preistorici, i Jackson, Tom&Jerry, Scooby-Doo, i Looney Tunes. La filosofia che la Turner cerca di trasmettere è che «guardare i cartoni con tutta la famiglia può essere un momento di relax e divertimento anche per i bambini iperattivi».
Una ricerca rivela, infatti, che il 74 per cento delle mamme guarda i cartoni insieme ai figli. E gli orari di fruizione si sono dilatati enormemente con i bambini che ormai si orientano verso i nuovi media: Internet, tv via web, telefonini. «Ma il vero nodo – ha sottolineato Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari – è educare alla libertà, al dialogo in famiglia per selezionare i messaggi dei cartoni per il bene dei nostri figli e saper influenzare anche i produttori tv essendo dei consumatori consapevoli che sanno evidenziare il bene e il male».
Un interessante piano d’azione educativo è stato presentato da Alessia Rossi dell’associazione Far famiglia, che usa i personaggi dei cartoni per far acquisire ai figli delle virtù nel proprio percorso di crescita. Ratatouille insegna ad essere ordinati, Nemo l’obbedienza, Pinocchio la sincerità. Mussi Bollini, nuovo direttore artistico del Fiuggi Family Festival, ha evidenziato come i genitori sono assetati di ricette e consigli «per cui si spiega il successo del programma tv Sos Tata perché fornisce degli strumenti concreti. E la famiglia è proprio il luogo della fraternità tra tutti i soggetti che la compongono». Da parte di Famiglie Nuove si avverte la necessità di prevedere un progetto educativo nazionale promosso dal Forum delle famiglie per imparare a saper leggere i linguaggi dei cartoni e della pubblicità.