Carpe diem?
Hai ragione a essere deluso e giù di morale guardando il mondo come ti si presenta attraverso la vita di vari amici, ma prova ad allargare lo sguardo e troverai anche altri giovani e adulti che affrontano le sfide in modo diverso. Sono persone che, come te, cercano qualcosa di più grande: che sanno, sì, anche divertirsi, ma con la coscienza che non è quello lo scopo ultimo della loro vita.
La superficialità, lo hai toccato con mano, è frutto del voler cogliere l’attimo che passa e di succhiare da esso tutto quello che ci può offrire. È il carpe diem di Orazio che, nella cultura attuale, indica soprattutto un atteggiamento di chi si muove nel presente senza guardare alle conseguenze delle sue azioni e alla meta verso cui puntare.
Anche la profondità ci viene dal vivere il presente, ma con una coscienza ben diversa. L’attimo presente ci si presenta, infatti, come l’unico momento in cui possiamo vivere e amare, perché il passato non è più nelle nostre mani e il futuro non lo è ancora. Ma non è un attimo a sé stante: possiamo vivere bene il presente perché andiamo verso una meta e perché ci basiamo su quanto vissuto nei precedenti attimi presenti. Solo così ogni piccola o grande azione prende importanza e ci fa crescere come persone e come comunità.
Voglio ancora aggiungere che mi è piaciuto molto leggere che il vedere cosa ti succede intorno ti ha fatto riflettere. Nella vita, infatti, pur essendo importantissimo vivere, occorre anche trovare il tempo e il coraggio di fermarci ogni tanto a farsi domande su quanto succede a noi o attorno a noi. Solo così, nel confronto onesto con la nostra coscienza e in un dialogo trasparente con gli altri, avremo la possibilità di fare cose grandi.