Caro traghetti, indaga l’Antitrust

Dopo numerose segnalazioni, anche da parte della regione, l'autorità garante per il mercato ha aperto un'istruttoria su quattro compagnie di navigazione operanti da e per l'isola.
porto

Dopo tante segnalazioni e la presa di posizione della Regione, finalmente l’Antitrust ha deciso di aprire un’istruttoria su quattro compagnie di navigazione che assicurano le tratte da e per la Sardegna. Secondo le segnalazioni giunte Snav, Moby, Grandi Navi Veloci, eForship (marchio Sardinia Ferries) e le loro controllate, avrebbero formato un cartello portando i prezzi dei biglietti ad aumentare fino al 150 per cento. Un salasso per chi deve viaggiare, merci comprese.

 

Dallo scorso gennaio, quando si sono aperte le prenotazioni per la stagione estiva, le associazioni dei consumatori e numerosi esponenti politici avevano chiesto un intervento anche del governo, che non è mai arrivato. Lo stesso ministro dei Trasporti Altero Matteoli, in Sardegna in vista delle amministrative, a domanda specifica sul rincaro biglietti aveva risposto che l’esecutivo non poteva fare molto, dato che vige il mercato libero.

 

Ma secondo alcuni economisti isolani non sempre le dinamiche del mercato libero possono funzionare da sole. Un intervento come quello che garantiva Tirrenia, in base alla convenzione ventennale che aveva con la Regione, era in grado di far calmierare i prezzi. In sostanza chi voleva operare sulle rotte sarde doveva tener conto delle tariffe agevolate che la Tirrenia praticava. La Regione dal canto suo ha avviato un provvedimento tampone, con il noleggio di quattro navi attraverso la sua controllata Saremar. Questa assicura i collegamenti con le isole minori al fine di garantire un certo numero di rotte per la stagione estiva (dal 15 giugno al 15 settembre), operanti sui porti di Olbia – Golfo Aranci e Porto Torres (Cagliari sarebbe esclusa) a prezzi molto bassi (circa 50 euro).

 

«Nel marzo scorso – ha affermato il presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci – abbiamo costituito un tavolo tecnico con le compagnie di navigazione per affrontare tutte le questioni inerenti ai collegamenti da e per la Sardegna, con particolare attenzione alle tariffe e agli aspetti commerciali e promozionali. Abbiamo offerto la nostra disponibilità anche ad approfondire i temi riguardanti le condizioni di servizio. Nonostante i nostri sforzi, abbiamo dovuto prendere atto che i vettori si sono arroccati sulle loro posizioni e che da parte loro non vi è stata la giusta sensibilità ad affrontare la questione sia nel breve che nel lungo periodo. Né vi è stata la giusta consapevolezza che per rendere la Sardegna competitiva sugli scenari internazionali occorre uno sforzo di sistema, che riguarda la politica, ma deve riguardare in egual modo i protagonisti dello stesso sistema. Così la giunta ha deliberato il ricorso all’Autorità garante del commercio e del mercato».

 

Le società oggetto dell’istruttoria rappresentano i principali operatori attivi sulle rotte interessate dagli aumenti, con una percentuale non inferiore al 75 per cento in termini di frequenze e al 60 in termini di passeggeri. Le analisi preliminari condotte dal’Antitrust sulla dinamica dei prezzi delle compagnie private confermano un incremento generalizzato dei prezzi praticati dagli operatori, con valori stimati tra il 90 – 110 per cento rispetto all’anno precedente. In sostanza l’Antitrust vuole verificare se ci sia stato un accordo tra le compagnie per far salire i prezzi e monopolizzare il mercato, dato al momento non è nota la fine della privatizzazione della Tirrenia.

 

E proprio l’uscita di scena della Tirrenia sembra essere il vero vulnus che ha scatenato gli appetiti delle compagnie private e reso problematica l’attività degli operatori turistici, specie quelli del Nord Sardegna. In un’affollata assemblea ad Olbia questi hanno chiesto interventi decisi per evitare che la stagione 2011 si trasformi in una débacle clamorosa, con gravi ripercussioni sull’intera economia sarda già fortemente provata dalla crisi dell’agricoltura, dell’allevamento e dall’agonia del settore industriale. Nel frattempo, nonostante la Sardegna sia tra le mete ambite per le vacanze, le disdette e le mancate prenotazioni crescono.

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