Carlotta Nobile, testimone credibile

La breve e intensa vicenda di una giovane dei nostri giorni. Musicista e studiosa di storia dell’arte. Appassionata della vita dentro la contraddizione della sofferenza

Storica dell’arte, violinista, scrittrice e blogger italiana. Il suo nome è tra i testimoni proposti ai giovani in occasione del Sinodo 2018.

Carlotta Nobile nasce a Roma il 20 dicembre 1988 e muore a Benevento, il 16 luglio 2013. Una vita di successi: talentuosa violinista di fama nazionale, tra i più apprezzati giovani violinisti italiani dei nostri tempi, vincitrice di numerosi concorsi nazionali. Direttore Artistico dell’Orchestra da Camera dell’Accademia di Santa Sofia a soli 21 anni; curatrice artistica e storica dell’arte, scrittrice di due libri, operatrice culturale, stagista presso Radiotre, autrice di articoli sull’arte contemporanea e redattrice di rubriche di critica musicale, con all’attivo conferenze “in bilico tra arte e musica”.

Carlotta fa parte di quella categoria di giovani che spesso vengono definiti i “lontani”. L’esperienza della fede arriva, per lei, in modo inaspettato. Nell’ottobre 2011, a 22 anni, le viene diagnosticato un melanoma. Subito la prima reazione: la rabbia, verso quello che considera un ingiusto errore del destino.

In poche settimane, come successivamente Carlotta confiderà ai suoi cari, questo stato d’animo si trasforma. Davanti alla constatazione della sofferenza degli altri, soprattutto dei bambini col suo stesso male, non si chiede più “perché a me?”, ma “perché non a me?!”.

Affronta tutte le cure possibili e, parallelamente, prosegue la sua carriera musicale e artistica. Durante la malattia aderisce come musicista, suonando in duo con il pianista americano di fama internazionale Martin Berkofsky, ai “Donatori di Musica“, una rete di solidarietà impegnata nel portare la musica nei reparti oncologici italiani.

Nell’agosto del 2012 scrive: «Perché vuoi dimostrare prima di tutto a te stessa che si può avere un melanoma metastatico che non si arrende, eppure vivere, con tutto ciò che questa parola vuol dire. Vivere tutte le gioie, i progetti, i dolori, le lacrime che la vita di 23enne ti regala ogni giorno» (Carlotta Nobile, Il Cancro E Poi_, 5 agosto 2012).

Negli ultimi mesi della sua vita, Carlotta vive una profonda esperienza di fede, arrivata improvvisamente il 4 marzo 2013, al risveglio da una crisi che la vede ricoverata a Milano. L’evento, percepito come un’illuminazione, è raccontato da Carlotta stessa nel suo blog anonimo sul cancro, “Il Cancro E Poi_”, col quale ha infuso coraggio e speranza a migliaia di persone: «Io sono guarita nell’anima. In un istante, in un giorno qualunque, al risveglio da una crisi. Ho riaperto gli occhi ed ero un’altra. E questo è un miracolo.»

Il 13 marzo 2013 papa Francesco viene eletto e il 24 marzo, domenica delle Palme e Giornata Mondiale della Gioventù, tiene la prima omelia.

Una predica che cambia la vita di Carlotta: in quell’occasione il papa chiede ai giovani di portare la croce con gioia. Carlotta decide di confessarsi dopo tanti anni. Il venerdì Santo entra nell’unica chiesa che trova aperta, San Giacomo in Augusta a via del Corso.

Il parroco, il giorno prima, era stato a pranzo con papa Francesco che gli aveva detto: “tenete le porte della Chiesa aperte”. Per questo don Giuseppe, il Venerdì Santo aveva tenuto aperta la chiesa ininterrottamente. Carlotta si riconcilia. Don Giuseppe scrive al papa per dirgli che l’iniziativa di lasciare le porte aperte stava già portando i suoi frutti. Il papa lo chiama al telefono, lo ringrazia e chiede di Carlotta.

Il cancro, racconta il fratello Matteo, non è stato per lei un nemico ma un maestro. Della sua esperienza di fede, Carlotta scrive: «E in un attimo capisci che è stato proprio quel cancro a guarirti l’anima, a riportare ordine nella vera essenzialità della tua vita, a ridarti la fede, la speranza, la fiducia, l’abbandono, la consapevolezza di essere finalmente diventata chi per una vita intera hai fatto di tutto per essere e non eri stata mai: una donna serena!

Capisci che è stato il cancro a permetterti finalmente di amare te stessa in un modo incondizionato, con tutti i tuoi pregi e tutti i tuoi limiti, a godere di ogni più piccolo istante, ad assaporare ogni attimo, ogni odore, ogni gusto, ogni sensibilità, ogni parola, ogni condivisione, ogni più piccolo frammento di infinito condensato in un banalissimo e preziosissimo istante. Capisci che è stato il cancro, con il suo tormento, con le sue aggressività, con le sue asprezze a portarti infine la luce» (Carlotta Nobile, Il Cancro E Poi_, 5 aprile 2013).

Oggi Carlotta è diventata una testimone credibile per tanti giovani universitari e studenti dei Conservatori di Musica; per i malati, in modo speciale per quelli di cancro.

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