Carlo Casini, apostolo della vita

L’apporto alla ricerca in bioetica e nel diritto. I Centri di aiuto alla Vita, il Progetto Gemma e SOS Vita
Carlo Casini

Iniziata un anno fa con un semplice passaparola, la rete online Amici di Carlo Casini ha già superato le 300 adesioni. Personaggi e gente comune: chi l’aveva incontrato nella sua Firenze giovane avvocato amico di Giorgio La Pira, chi a Pisa agli albori della sua carriera di magistrato, chi nelle piazze della penisola a spiegare, negli anni ’70, il valore della vita umana in tutte le sue fasi ed età.

A coordinare questa rete, ignari delle proporzioni che in così breve tempo avrebbe raggiunto, volentieri ci siamo offerti noi due, grati per averlo conosciuto da vicino nella nostra gioventù, attingendo dal suo pensiero i valori
che lo connotavano.

Giorno per giorno la rete diventa sempre più un incessante affluire di testimonianze che gettano luce su questa figura che ha attraversato il Novecento italiano, e non solo. Scrive Alberto Volponi, suo collega in Parlamento:
«Leader del popolo della vita in Italia e in Europa, […] è stato per tanti una vera guida morale. Uomo del dialogo ha cercato di aprire il cuore anche ai più ostinati avversari, portandoli a misurarsi sul piano delle certezze scientifiche
e del diritto».

Di Carlo tanti sottolineano anche la profezia di aver suscitato, fin dal 1975, la miriade di Centri di Aiuto alla Vita, come pure iniziative quali il Progetto Gemma e SOS Vita, con le quali ha reso possibile a mamme in difficoltà di superare angosciosi dilemmi e accogliere con amore i propri figli.

Dal suo grande patrimonio di scritti risalta luminoso il suo apporto alla ricerca concettuale in bioetica. Similmente, nel campo umanistico, in filosofia e antropologia.

Ma è soprattutto nella dimensione che più gli apparteneva, il diritto, che ha dato un contributo particolarmente marcato. Scrive Domenico Airoma del Centro Studi Livatino: «Carlo Casini fu un uomo ed un giurista in cerca di quella luce che l’uomo non può trovare nel mondo, ma solo nella sua coscienza, dove non è mai spenta la scintilla divina».

Con i Focolari, e in particolare con la Lubich, Casini aveva stabilito negli anni una profonda condivisione spirituale e umana, intessuta di corrispondenza e di visite, spesso accompagnato dalla moglie Maria, suscitando nella fondatrice sentimenti di grande stima e di tenero affetto filiale.

Nel maggio 2017, in una conferenza stampa presso la sede del Parlamento europeo a Roma, presenta i due milioni di firme della petizione sull’embrione umano da considerare come Uno di noi. Qualche giorno dopo lo troviamo relatore a Budapest al Forum della Federazione europea Uno di noi e due mesi dopo a Mosca al locale Festival della vita.

Al culmine di un’ascesa spirituale, culturale, politica (anche in ambito europeo), nel settembre del 2017 viene diagnosticata la SLA, malattia che in tre anni lo porterà al Cielo.

Inizia così il periodo forse più prezioso della sua esistenza, nel quale trova la forza di scrivere numerosi articoli e libri, tra cui La dimensione contemplativa nella difesa della vita umana, che riporta le sue ultime parole pronunciate con un filo di voce. «Carlo, proprio con la lucida offerta della sua sofferenza – dichiara la dottoressa che lo ha seguito –, ha sconfitto la malattia, rendendo ancora più pieno e profondo il dono della sua vita».

Fra le tante pubblicazioni sulla sua figura, per i tipi dell’editore Cantagalli è uscito il volume Carlo Casini e il Movimento de Focolari – percorsi in sintonia, che raccoglie una ventina di testimonianze sulla sinergia creatasi con membri dei Focolari fra cui Maria Voce, Antonio Maria Baggio, Liliana Cosi, il card. Antonelli, Lucia Fronza. Mentre nella pagina È Vita, il quotidiano Avvenire riporta il fuoco di fila di testimonianze che perviene in Rete.

È un’unanime riconoscenza, frutto anche della sua capacità comunicativa di raggiungere il cuore della gente. Uomo colto, preparato, con una solida padronanza delle diverse discipline, egli sapeva parlare in maniera semplice, calda,
trasmettendo accoglienza e rispetto per quanti l’ascoltavano. «Parlo della vita per esprimere ciò che un intero popolo vorrebbe dire – ha dichiarato in un’intervista –, ma non dico cose straordinarie; stanno, più o meno nascoste, nel cuore di tutti».

Proprio in questi giorni, ancora il suo ex collega parlamentare Alberto Volponi confida alla Rete: «Carlo è un esempio di santità. Sogno di esserci anch’io quel giorno in piazza San Pietro quando dal loggione centrale scenderà il telo con l’immagine di Carlo con un sorriso d’amore, pace, fraternità, speranza rivolto a tutto il mondo».

 

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