Carlo Acutis sarà proclamato beato il 10 ottobre

Dopo la guarigione di un bambino brasiliano, il venerabile Carlo Acutis sarà proclamato beato il 10 ottobre ad Assisi. Dal primo al 17 si potrà visitare la sua tomba.
Foto di Nicola Gori

La santità è una vocazione per tutti, anche per i giovani! È il messaggio che ha lasciato al mondo Carlo Acutis, il giovane che nel 2006, all’età di 15 anni, èmorto a seguito di una leucemia fulminante e che sarà proclamato beato il prossimo 10 ottobre. Per questo motivo, dal primo al 17 ottobre la sua tomba sarà aperta alla venerazione nella Basilica superiore di San Francesco.

Una vita breve ma vissuta intensamente, quella di Carlo Acutis, tra le amicizie, lo sport, il computer e l’amore a Gesù Eucaristia. «Essere sempre unito a Gesù, ecco il mio programma di vita. Sono contento di morire perché ho vissuto la mia vita senza sciupare neanche un minuto di essa in cose che non piacciono a Dio».

Il Consiglio medico della Congregazione per le cause dei santi aveva espresso un’opinione positiva sul miracolo lo scorso novembre e successivamente papa Francesco, ricevendo il cardinale Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, ha autorizzato il dicastero a promulgare il decreto relativo al miracolo attribuito all’intercessione di Carlo: la guarigione di un bambino brasiliano che soffriva di una rara anomalia anatomica congenita del pancreas.

Come fa un giovane al giorno d’oggi a diventare santo? «È un cammino semplice quello di Carlo, un cammino che mette al centro Cristo e soprattutto i sacramenti che sono stati la sua fonte di santificazione», spiega la mamma, Antonia Salzano, in un’intervista rilasciata per la Diocesi di Assisi-Nocera-Gualdo Tadino. Carlo era un ragazzo dal carattere vivace e particolarmente socievole, sportivo, che aveva vissuto tutte le esperienze dei giovani della sua età, mettendo Gesù al centro della vita. Il rosario, la messa e l’adorazione eucaristica erano appuntamenti quotidiani cui Carlo era fedelissimo. Svolgeva il servizio di catechista aiutando i compagni in difficoltà, si dedicava all’aiuto dei senzatetto, faceva volontariato nelle mense dei poveri.

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Ha affrontato la malattia sempre con il sorriso, sostenuto dalla luce della fede, senza paura. Il giorno dei suoi funerali la chiesa era piena: extracomunitari, clochard, tante persone che nemmeno i genitori conoscevano. Carlo li aveva avvicinati e aiutati, in ognuno di loro aveva visto il volto di Gesù.

Molte sono state le testimonianze di coloro che lo hanno incontrato, tra cui quella di padre Roberto Gazzaniga, gesuita, incaricato della pastorale dell’Istituto Leone XIII a Milano, che lo ha conosciuto nell’anno scolastico 2005-2006: «L’essere presente e far sentire l’altro presente è stata una nota che mi ha presto colpito di lui». Carlo era «così bravo, così dotato da essere riconosciuto tale da tutti, ma senza suscitare invidie, gelosie, risentimenti. La bontà e l’autenticità della persona di Carlo hanno vinto rispetto ai giochi di rivalsa tendenti ad abbassare il profilo di coloro che sono dotati di spiccate qualità».

Papa Francesco lo ha additato come esempio per i giovani nell’esortazione apostolica Christus vivit: «Carlo Acutis ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza» (ChV 105). Carlo aveva, infatti, impiegato la sua passione per l’informatica al servizio dell’evangelizzazione realizzando il sito sui “Miracoli Eucaristici” e per questo motivo è stato proposto come patrono di Internet.

Dal 6 aprile 2019 i suoi resti si trovano nella Santuario della Spogliazione ad Assisi, dove ogni giorno tanti giovani si recano per pregare trovando in lui un modello di vita. La notizia dell’imminente beatificazione è stata quindi «una gioia grande per questa Chiesa particolare − scrive la Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino −, che lo ha visto camminare sulle orme di san Francesco verso la santità. Una gioia grande per la Chiesa ambrosiana, che gli ha dato i natali e lo ha accompagnato nel suo incontro con Gesù. Una gioia grande per gli ormai tanti devoti di Carlo in tutto il mondo. Una gioia grande soprattutto per i giovani, che trovano in lui un modello di vita». Monsignor Sorrentino, il vescovo della Diocesi, ha così commentato: «Mi auguro che la sua beatificazione possa farne ancor più un punto di riferimento e un incoraggiamento alla santità».

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