Carla Accardi. Segno e trasparenza

L'artista siciliana mescola poesia e fantasia, quasi un percorso metafisico dell'anima e del cuore
Carla Accardi - Autoritratto

A Catania, nel restaurato Palazzo Valle della fondazione Puglisi Cosentino, è ancora aperta – fino al 12 giugno – la straordinaria mostra della pittrice siciliana, originaria precisamente di Trapani, Carla Accardi. Sogno, colore, fantasia: sono gli ingredienti di un’esposizione avvolgente che ritma i colori e le musiche del Mediterraneo con un’anima delicata, soffusa di malinconia, da una parte e di voglia di viaggi verso altri mondi, com’è tipico del carattere arabo-greco.

 

Araba per immedesimazione ed eredità millenaria, spirituale per immersione classica, mistica per influenza cristiana, è infatti l’arte dell’Accardi, fatta di “luce, mescolanza, fluidità”.

Ci sono opere sfolgoranti. Il Concentrico blu del 1960 è un geroglifico colorato che sembra esplodere in una dantesca “mistica rosa”. Il Cielo grigiorosa del ’64 è uno dei più bei cieli della pittura italiana contemporana. Carla, quante volte avrà guardato, col cuore, col sentimento, con l’occhio illuminato dall’amore, la volta celeste e, dentro ad essa, lo scorrere del vento, degli uccelli con voli, corse, passaggi. Trasparenze. Nei colori sottili del grigio e del rosa la sensibilità femminile si esprime in un sentiero di foglie luminose, di segni che dicono vita. Commovente.Quest’opera parla di infinito come una poesia di Ungaretti.

 

Ma non ci sono solo i quadri. Carla si inventa interni dove rivive atmosfere, sensazioni, pensieri di una bellissima poesia. A Gent abbiamo aperto una finestra, si intitola un ambiente del 1981: l’aria pallida del mondo fiammingo, la nebbia chiara che palpita e fa luminosamente perlacee superfici, cose e tele riporta- e chi c’è stato sa che è vero – immediatamente la “realtà” dell’anima del Nordeuropa, di quel Nordeuropa unico che è quello fiammingo: impalpabile, mai freddo, delicato come un soffio, ma forte.

 

Negli ultimi anni, Carla, con un linguaggio progressivamente in ascesa, ripercorre vecchie e nuove vie, si potrebbe dire che si spiritualizza. Sono forme in movimento, luci abbaglianti, colori forti: viaggia, si vede, la sua anima in percorsi metafisici che poi si esprimono in forme fantasiose, fibrillazioni interiori in cerca di pace. Luci d’inverno del 2009, è un intreccio di gialli oro come raggi che tornano ad un sole da cui si sono dipartiti; il Grigio azzurro abbaglio, del 2010, è appunto un abbaglio, ossia un lume tanto forte e astratto da far perdere il sentimento. Tinte rosse nere su fondo blu volteggiano nell’universo che contiene altri universi. Carla starà viaggiando verso i mondi infiniti, come Dante verso l’Empireo?

Poesia e fantasia qui si muovono con una forza dirompente. Eppure, non stancano. L’arte di Carla infatti dice le risonanza più intime del nostro cuore, i desideri più nascosti di arrivare, il prima possibile, alla verità. Che è come la sua ricerca:  luce e colore.

 

Catania, Palazzo Valle della fondazione Puglisi Cosentino fino al 12 giugno (catalogo Silvana editoriale).

 

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