Carismi in comunione per la città
La città è la prima convivenza della nostra vita quotidiana, che si tratti di una metropoli, una cittadina o d’una frazione di un paese. Lì abitiamo, lavoriamo, andiamo a scuola, facciamo le nostre compere, ci divertiamo e passiamo anche gli inevitabili momenti di sofferenza.
Condividiamo la vita con tante categorie di persone: parenti, immigrati, bambini, anziani, sacerdoti, suore, religiosi, persone di altre fedi. Da ognuno aspettiamo che porti il suo contributo per il bene di tutti. Quello che vale per la città può e deve estendersi alla nazione e al mondo intero, che ormai è diventato un villaggio globale.
Da sempre i carismi della vita consacrata sono stati indirizzati al bene della società. Immenso è il contributo sociale e culturale delle abbazie benedettine alla configurazione del continente europeo. I seguaci di san Francesco hanno portato lo spirito di fraternità tra le classi della società medievale e col cuore aperto alle necessità degli strati poveri in mezzo alle quali vivevano, hanno influito anche nell’economia, p.e. attraverso le Monti di pietà.
Cosa sarebbe stata l’educazione cattolica senza i figli di sant’Ignazio, san Giuseppe Calasanzio, Giovanni Battista de La Salle, Marcellino Champagnat e tanti altri fondatori di scuole cristiane, e senza le figlie di Maddalena Sofia Barat ed altre.
Quanti ospedali sono stati fondati e gestiti dalle famiglie spirituali di san Camillo, san Giovanni di Dio, Bartolomea Capitanio, Vincenza Gerosa e molte altre congregazioni assistenziali.
L’umanità di oggi nel campo civile ha un’eredità che nei secoli passati è partita spesso da carismi dello Spirito.
Anche nei tempi recenti la convivenza umana è stata beneficata da nuovi carismi, movimenti e comunità, “segni di speranza” e risposta alle esigenze dell’umanità di oggi, come disse Giovanni Paolo II, intrepido fautore di tali realtà umano-spirituali.
In questa ondata carismatica s’inserisce la spiritualità dell’unità proposta da Chiara Lubich. Sarebbe ricco di suggestioni ripercorrere l’idea di città maturata dalla fondatrice dei Focolari, a cominciare da quando, agli inizi del Movimento, la sua azione in favore dei poveri aveva come obiettivo quello di risolvere il problema sociale della piccola città di Trento.
Alle convivenze estive sulle Dolomiti, dove si radunavano persone d’ogni estrazione sociale, diede presto il nome di Mariapoli, Città di Maria, perché vi si scorgeva il bozzetto di una società nuova: la città celeste che si sarebbe incarnata in vere città terrene.
Fin dal sorgere di questa “polla d’acqua evangelica”, anche vari religiosi e religiose si sono sentiti attratti ad abbeverarsi a quest’acqua e a far sì che anche l’umanità assetata scoprisse dove dissetare la sete di felicità e di pace vera.
Questi consacrati si sono sentiti parte integrante della “città nuova”, segno d’una società fondata sull’amore evangelico. Si sono impegnati affinché le loro comunità rispecchiassero la vita dei primi cristiani e i loro carismi trovassero forme che rispondessero ai nuovi impulsi dello Spirito.
I consacrati, che vengono qualificati come “esperti di comunione” si sono sentiti sfidati in modo particolare ad incrementare la comunione tra i loro carismi e quelli nuovi, per poter offrire all’umanità la luce del Vivente in mezzo a loro.
In tale prospettiva si collocano i tre convegni che si sono svolti quest’anno in tre luoghi diversi, ma con tematiche similari. Vari carismi si sono messi in comunione per il bene della società ed oltre.
Così i religiosi e le religiose dell’Opera di Maria, d’intesa coi Consigli CISM e USMI del Triveneto, in continuazione con tre convegni precedenti, hanno realizzato il 25 marzo 2007, a Padova, una giornata su: “La reciprocità: speranza per la vita di comunità e per l’incontro tra carismi”.
Il 4 maggio i loro confratelli e consorelle della Toscana, Umbria e Emilia Romagna si sono ritrovati per il terzo anno a Loppiano in un convegno dal tema: “Carismi antichi e nuovi in comunione: dalla fragilità alla speranza nella vita delle persone consacrate”.
Il giorno seguente a Roma il convegno “Carismi in comunione nella Chiesa e per la città”, ha visto radunarsi per la terza volta religiosi e religiose di Roma, sulla scia della laurea honoris causa conferita a Chiara Lubich dall’istituto universitario Claretianum nel 2005.
Caratteristica comune di questi convegni è stata la base esperienziale. La vita vissuta con radicalità nella quotidianità della vita comunitaria e sempre attenta alle richieste dell’ambiente circostante, sia quello mondiale, sia della città, è stata la carta vincente che ha impressionato i numerosi partecipanti.
Anche le relazioni, impreziosite dalla luce sapienziale del carisma dell’unità, sono state molto apprezzate. Così è nato un desiderio spontaneo tra i convenuti di rimanere in comunione. Una testimonianza per tante: “L’incontro è stato una ulteriore spinta a continuare nel cammino intrapreso. Le relazioni e le testimonianze mi sono sembrate la riposta adatta al momento che la vita consacrata sta attraversando.
Mi ha anche tanto colpito la presenza di svariati carismi quale segno profetico della Chiesa-Sposa ‘una’: una nella sua finalità perché nonostante le differenti spiritualità, tutti i consacrati siamo chiamati a testimoniare il Vivente.
‘Una’ nella sua storicità perché proprio oggi anche la vita consacrata è chiamata ad essere questo segno nel mondo. Perché allora non provare a superare tutti i nostri piccoli o grandi steccati per far sperimentare a tanti l’amore che Dio continuamente ci dona?”.
Il cammino intrapreso ha avuto il plauso delle autorità ecclesiali. Non solo attraverso l’appoggio e la collaborazione delle Conferenze regionali dei religiosi e delle religiose, e della presenza di Superiori/e generali e provinciali, ma anche attraverso un messaggio del segretario della Congregazione di Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica, mons. Gianfranco A. Gardin, che scrive: “Auguro a tutti voi un prezioso e arricchente spazio di riflessione e di condivisione, a beneficio non solo vostro e delle vostre comunità, ma di tutti i consacrati”.
Di questi tre convegni vengono pubblicati alcuni contributi in questo numero di Unità e Carismi che comprensibilmente non ne esaurisce il ricco contenuto.