Cari bambini, siete la gioia dell’umanità

Un weekend di festa per i piccoli che hanno accolto l'invito di papa Francesco a Roma per la Giornata mondiale dei bambini
La Giornata mondiale dei bambini allo Stadio Olimpico, Roma 25 maggio 2024. ANSA/FABIO FRUSTACI

«Papà, che cosa è una enciclica?». Dalla curiosità di un bambino e dal dialogo con il suo papà nasce l’idea della Giornata Mondiale dei Bambini. I bambini hanno sempre nel cuore domande grandi, non vogliono sentirsi dire «sei solo un bambino, capirai quando sarai grande», reclamano il diritto di conoscere il mondo e di essere protagonisti della storia.

Ascoltando la loro voce, papa Francesco ha deciso di invitarli a Roma il 25 e 26 maggio per vivere insieme la Prima Giornata Mondiale dei Bambini. Un evento che, attraverso la voce dei più piccoli, parla di futuro, di speranza, di amicizia: «Pensate ai vostri amici: com’è bello stare con loro, a casa, a scuola, in parrocchia, all’oratorio, dappertutto; giocare, cantare, scoprire cose nuove, divertirsi, tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno. L’amicizia è bellissima e cresce solo così, nella condivisione e nel perdono, con pazienza, coraggio, creatività e fantasia, senza paura e senza pregiudizi», scrive il papa nel suo Messaggio per questa Giornata, menzionando anche genitori, nonni, bisnonni – senza di loro non si può andare avanti – che ricordano come siamo tutti parte di un’unica umanità in cammino nella storia, ciascuno per portare il proprio contributo unico, prezioso.

L’infanzia, però, non è solo spensieratezza e la felicità è un dono che va custodito e condiviso giorno per giorno. «Miei piccoli amici, per rinnovare noi stessi e il mondo, non basta che stiamo insieme tra noi: è necessario stare uniti a Gesù. Da lui riceviamo tanto coraggio: lui è sempre vicino, il suo Spirito ci precede e ci accompagna sulle vie del mondo. Gesù ci dice: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5); sono le parole che ho scelto come tema per la vostra prima Giornata Mondiale». Un mondo nuovo si può sognare solo insieme, dandosi la mano, condividendo tutto fino a donare noi stessi, che siamo per gli altri il «regalo di Dio».

Una festa, quindi, che parla anche di verità, di impegno, di fede. Papa Francesco ricorda quei bambini che non possono vivere un’infanzia serena perché vittime di violenza, abusi, malattie, guerre. «Ascoltateli, anzi ascoltiamoli, perché nella loro sofferenza ci parlano della realtà, con gli occhi purificati dalle lacrime e con quel desiderio tenace di bene che nasce nel cuore di chi ha veramente visto quanto è brutto il male», dice il papa.

Ma un mondo così, come si può cambiare? A piccoli passi, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, rimanendo uniti a Lui, fonte della vera felicità; pregando ogni giorno il “Padre nostro” in famiglia, «pensando alle parole che Gesù ci ha insegnato – spiega papa Francesco –. Gesù ci chiama e ci vuole protagonisti con Lui di questa Giornata Mondiale, costruttori di un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico». È questo il mandato affidato ai giovanissimi, mentre il papa ricorda loro: «Dio, che ci ama da sempre (cf. Ger 1,5), ha per noi lo sguardo del più amorevole dei papà e della più tenera delle mamme. Lui non si dimentica mai di noi (cf. Is 49,15) e ogni giorno ci accompagna e ci rinnova con il suo Spirito».

L’evento, che vedrà riuniti per la prima volta bambine e bambini da tutto il mondo, prenderà l’avvio presso lo Stadio Olimpico con un momento di festa e proseguirà con il dialogo dei piccoli protagonisti con il papa. Il 26 maggio l’incontro si sposterà in piazza San Pietro per la S. Messa presieduta da papa Francesco e la preghiera dell’Angelus.

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