Stato di carestia in Sud-Sudan
Il governo sud sudanese ha dichiarato per la prima volta lo stato di carestia in diverse zone del Paese, una situazione che le agenzie umanitarie denunciano tanto più perché è « causata dell’uomo » , ossia dalla guerra che devasta il Paese da più di tre anni.
Lunedì tre organizzazioni delle Nazioni Unite – Unicef, Fao e Programma alimentare mondiale – hanno dichiarato che 100 mila sud sudanesi della regione di Unità soffrono di carestia, il livello più alto della scala Ipc (la scala di classificazione integrata della sicurezza alimentare, ndt).
Il Paese è in preda a violenti combattimenti tra le forze governative fedeli al presidente Salva Kiir e i ribelli arruolati al fianco dell’ex vicepresidente Riek Machar.
« Nello Stato di Unità (nord del Paese) alcune contee sono classificate in carestia o a rischio di carestia » ha precisato lunedì 20 febbraio Isaiah Chol Aruai, presidente dell’Ufficio nazionale di statistica, che si basa sulla scala Ipc.
« Quando si dichiara ufficialmente lo stato di carestia significa che la gente ha già cominciato a morire di fame – sottolineano le tre organizzazioni in un comunicato congiunto – Questa situazione è la peggiore da quando sono iniziati i combattimenti più di tre anni fa ».
Lo stato di carestia viene dichiarato quando più del 20 per cento di una regione si trova in situazione « di catastrofe », con il tasso di mortalità superiore a due persone su 10 mila al giorno, e oltre il 30 per cento della popolazione che soffre di malnutrizione acuta.
In questi ultimi anni diversi rapporti hanno indicato che decine di migliaia di sud sudanesi possono essere considerati in situazione di catastrofe e di carestia, ma non in percentuale sufficiente sul totale della popolazione per poter dichiarare una regione come in stato di carestia.
La carestia dichiarata lunedì è la prima nella regione dopo quella che ha ucciso 260 mila persone in Somalia nel 2011.
Agli effetti del conflitto si aggiungono il rialzo dei prezzi dei generi alimentari, le difficoltà economiche e la cattiva produzione agricola.
Il PAM classifica il Sud Sudan, insieme allo Yemen, al Nordest della Nigeria e alla Somalia, come una delle quattro zone toccate da carestie tali da poter causare oltre 20 milioni di morti in sei mesi.
« La più grande tragedia del rapporto pubblicato oggi è che si tratta di un problema causato dall’uomo » ha lamentato Eugene Owusu, coordinatore degli affari umanitari dell’ONU per il Sud Sudan.
« La popolazione è costituita prevalentemente da agricoltori, la cui attività è stata pregiudicata dalla guerra. Hanno perso il bestiame e gli attrezzi agricoli. Da mesi dipendono interamente dalle piante e dai pesci che riescono a trovare » ha affermato Serge Tissot, rappresentante locale della Fao.
Seccondo Isaiah Chol Aruai, da qui ad aprile circa 4,9 miloni di Sud-Sudanesi si troveranno in situazione di insicurezza alimentare, numero che salirà a 5,5 milioni entro luglio.
Indipendente da sei anni, il Sud Sudan nel dicembre 2013 è caduto in una guerra civile che ha provocato decine di migliaia di morti e più di tre milioni di sfollati, malgrado il dispiegamento di 12 mila caschi blu.