Caravaggio a Roma
Otto mesi di lavoro e la “Resurrezione di Lazzaro” caravaggesca fa bella mostra di sé al Museo di Roma. L’opera, eseguita a Messina per i Crociferi pochi mesi prima della morte dell’autore nel 1610, è lavoro drammatico impressionante.
La pulitura ha evidenziato il tono aspro del colore e della luce, che la rendono quasi un grido di disperazione. Mai un artista ha dipinto lo stato tra morte e ritorno alla vita in maniera così drastica come Caravaggio. Il corpo “crocifisso” di Lazzaro si sta svegliando incosciente e solo il volto della sorella Maria accanto dà un tono di pietas affettuosa a una scena teatrale macabra, gridata dal gesto del Cristo michelangiolesco.
Intorno, fra il buio, le luci fioche e la caverna da cui entra un lume vitale è un coro di gemiti e di sorprese, dove l’artista si ritrae ben due volte con lo sguardo dubbioso. Cristo salverà anche lui dalla morte che lo sta cercando? Alto, potente e scarno, il dipinto è da non perdere.