Captain America: Civil War

Nelle sale il filmone in 3D, il quarto della serie, sulla squadra degli Avengers, questa volta alle prese con problemi di sicurezza "interna". E poi l'opera prima di Enrico Iannacone "La buona uscita" e "Il nostro traditore" di John le Carré
Captain America

Captain America, ossia il trionfo dell’Impero

 

Gli Usa si autocelebrano nel filmone in 3D, il quarto della serie dove il capitano (sempre l’indomito e molto bianco Paul Rudd) della squadra degli Avengers – liberi battitori della libertà – si scontra questa volta con il suo stesso gruppo. C’è infatti un ennesimo incidente internazionale e il consiglio di sicurezza decide di sorvegliare il team, limitandone la libertà di azione: ovviamente si generano all’interno due tendenze opposte, chi accetta e chi no. Ma poi si sa come vanno a finire le cose… La novità della quarta puntata del ciclo trionfalistico Usa sta proprio nel fatto che la metafora gloriosa è quanto mai aderente alla realtà. Ossia, gli Usa ammettono di dover fare i conti con i problemi di sicurezza e di libertà interna dei loro stessi strumenti di lotta e di vittoria, ovviamente impersonati dagli Avengers, i nuovi eroi del mito americano invincibile. Crisi dell’Impero? Crisi dell’"individuo che si fa da sé" come di fatto è ciascuno dei “guerrieri” del team, simbolo ancora una volta dell’americano alla conquista del Far West, anche se su scala mondiale?

 

Gli Usa guardiani della libertà nel mondo – come si sentono – devono fare i conti con  le divisioni interne che sussistono e sono profonde. Il film, grandiosamente fitto di epici combattimenti, lascia delle domande che attendono riposte. Ma la gloria americana resiste ancora, come sembra dire la regia roboante (come la musica) di Anthony e Joe Russo (guarda un po’ italo-americani…).

 

In Italia c’è del marcio

Del film Il Ministro con un eccellente Gian Marco Tognazzi, regia di Giorgio Amato, s’è già scritto, ma vale la pena ritornarci. La storia – purtroppo reale – del tentativo di corruzione di un onorevole, già di per sé corrotto, da parte di un imprenditore fallimentare, così cupa, continua in un altro lavoro, cioè La buona uscita, opera prima di Enrico Iannacone.

 

Un lavoro insolito perché si insinua negli ambienti corrotti della Napoli dell’alta borghesia, cinica, ricca, priva di ideali, anzi delusa, e protesa ad un isolato e amorale narcisismo. Non è stavolta la solita Napoli dei “bassi”, ma quella elitaria di Marco e di suo fratello, e della sessantenne professoressa Lucrezia, dalla vita assai libera, ma che, sentendo arrivare la vecchiaia, vorrebbe recuperare un minimo di moralità. Possibile? Il marcio anche personale è così vasto che la speranza appare difficile, ma non si sa mai. Certo fra la righe il regista pare dirci che è inutile fare leggi e discorsi sulla moralità se ognuno di noi non ci crede, come recita pure il sottotesto del film Il Ministro. Iannacone comunque fa un buon film, senza inutile retorica, sceneggiato con cura e fotografato con paziente ricerca di effetti nuovi di atmosfere e di luci, nel contrasto tra la pur sempre bella Napoli e la nebbia del cuore umano. Non male per un’opera prima.

 

Il traditore tipo

Buon lavoro il film di Susanna White, tratto dal best seller Il nostro traditore di John le Carré, con un Ewan McGregor dimagrito e nervoso nei panni di un professore inglese che, insieme alla moglie (Naomie Harris), in vacanza in Marocco,  conosce un carismatico mafioso russo che gli chiede di aiutarlo ad emigrare in Inghilterra per sottrarre la famiglia ai nemici. L’ingenuo accetta e si trova nei guai, perché la politica sporca vi è di mezzo più di quanto sembri. Qui sta il nodo del thriller: l’uomo onesto che crede al suo governo scopre che poi le dichiarazioni non corrispondono alla realtà e che gli intrecci illegali sono più ampi di quanto si creda. Tra colpi di scena, aggressioni, scontri e fughe il racconto si snoda con efficacia, anche se  un po’ di pepe in più non avrebbe fatto del male al film, che comunque è un piacere per gli amanti del genere, e  per tutti.

 

Escono anche Robinson Crusoe, cartone in 3D; Al di là delle montagne, melò cinese interessante; Florida, splendida storia delle vecchiaia malata e indomita, da non perdere.

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