Capitalismo trionfante?
"La nuova fattoria degli animali", di prossima pubblicazione per Città Nuova: una favola che scherza (seriamente) sulla crisi economica. «Un libro di grande interesse» per Gianni Pittella, vicepresidente Parlamento europeo .
Una storia immaginifica che mette insieme gli animali di una fattoria, i danni dell’ideologia liberista estrema e la conseguente crisi economica che da essa ne è derivata. Le tematiche sono messe una accanto all’altra, in una narrazione che si svolge a mo’ di favola, nella prossima pubblicazione dei Città Nuova La nuova fattoria degli animali di Mario Sepi e Anna Maria Darmanine, di cui diamo un’anticipazione.
«Una vera favola animalistica che fa eco alla Fattoria degli animali di Orwell» dice nella prefazione Gianni Pittella, voce autorevole e vicepresidente del Parlamento europeo.
«Illustri ospiti, eccellenze, rappresentanti degli animali delle fattorie della Gran Bretagna e dell’Irlanda, care colleghe e cari colleghi, è per noi un grande onore e per me personalmente una grande soddisfazione poter inaugurare questo monumento al capitalismo trionfante. Le ideologie umane e animali del XX secolo sono infine sparite con il loro carico di crimini e di miseria.
Non ci sono più limiti per l’espansione del capitalismo, l’affermazione del libero mercato come strumento concreto di liberazione delle risorse materiali e intellettuali dell’Animalismo. Questo sistema, che abbiamo chiamato beast way of life, conferma ovunque che il capitalismo produce libertà e prosperità.
Abbiamo superato i falsi miti dell’uguaglianza, dei beni collettivi. Abbiamo sconfitto l’oppressione delle imposte, abolito lo stato sociale, eliminata dal vocabolario la falsa solidarietà che serviva solo a difendere gli incapaci. Oggi abbiamo di fronte un avvenire ordinato e tranquillo, in cui la qualità degli animali può svilupparsi e affermarsi premiando i meriti dei capaci, degli intelligenti, di coloro che devono al loro acume la propria ricchezza.
Per gli altri: essi vivono al livello che la scala dei valori personali gli assegna, questa giustizia obiettiva ci viene offerta da questo sistema economico e sociale che è sempre stato nello spirito dell’animale, ma solo oggi è pienamente legittimato. Esso è il fulcro nel nostro modo di vivere.
È sulla base di queste considerazioni che abbiamo chiesto ai nostri migliori artisti di realizzare un monumento che renda esteticamente apprezzabile questo concetto, che sia di trionfante fulgore per questo sistema che dà oggi all’animale la sua ricchezza, il suo forte sentimento di accumulazione e, in definitiva, la sua felicità e la sua identità. Nihil satis est quia tanti habeas sis (niente è mai abbastanza perché sei quanto hai) diceva un poeta umano, ed è questo il motto e il messaggio di questo movimento».
La voce squittente del presidente della fattoria e del fondo unificato dei ratti, G.W. l’animale più ricco al mondo, si chiuse tra scroscianti rumori di entusiasmo. In un’assemblea di umani si sarebbe detto “tra scroscianti applausi”. Qui invece, i cavalli nitrirono, le oche starnazzarono, i galli cantarono, i cani abbaiarono… Tutto il mondo animale espresse così il suo consenso entusiasta.
La fattoria del signor Rhodes, dopo le note vicende della dittatura suina, aveva svoltato decisamente verso il sistema capitalistico, grazie all’egemonia assunta dai ratti con il consenso della popolazione animalesca. Fu perciò con entusiasmo che il secondo oratore prese la parola: era il capo della milizia rattesca, di nome Dick, ed era stato alla testa della sollevazione contro i maiali comunisti. Il padre della patria, nel suo abbigliamento da gentleman e cioè con la cravatta a fiocco al collo, cominciò così: «La nostra rivoluzione liberale ha portato a questa fattoria grandi progressi. Abbiamo fondato una nuova civiltà animale, in cui il merito, la forza di volontà, la potenza fisica ed economica hanno fatto prevalere gli individui e le specie più adatte. Abbiamo eliminato così tutte le scorie del precedente regime.
Come sapete, l’elargizione di cibo in comune nei trogoli, nei pollai, nelle stalle è stata abolita e ogni animale si è procurato da solo il cibo. I canili, le stalle, le conigliere, insomma tutti i rifugi notturni in comune, sono spariti a favore di singole abitazioni che rispecchiano la posizione economica di ogni animale. L’individuo non trova più sulla sua strada quegli ostacoli sociali e giuridici in quel ciarpame solidale che impediva l’affermazione del singolo animale e lo scaricava di ogni responsabilità.
«Come dice il motto del nostro monumento “Sei per quanto hai”» (applausi o almeno qualcosa di simile). «La magia del denaro è il nostro motore, il denaro ambito, generoso, oggettivo, dinamico e appagante. Il denaro! È il vero obiettivo di questa nostra civiltà, l’invenzione più importante per gli animali, ma anche per gli umani. Nella nostra fattoria si scommette e si accumula come ci hanno detto di fare i grandi economisti degli ultimi anni! Noi viaggiamo oggi sulla cresta di un’ondata filosofica che sta inondando tutto il pianeta» (fragore di consenso).
A questo punto i due ratti, seguiti dalle loro guardie del corpo canine, scesero dal palco e si avvicinarono al monumento coperto da una tenda color oro, la banda musicale formata da varie specie, intonò il nuovo inno della fattoria:
«Bestie inglesi, bestie irlandesi,
bestie del nord, del sud, del mondo,
bestie abitanti in ogni paese
un radioso futuro ci attende.
L’oro lucente, l’oro fatale
è il nostro scopo e l’alta missione
che il destino affida, meta finale
del fato eroico di ogni animale.
Il denaro rubato, truffato,
a volte lucrato senza timore
di regole avverse al santo mercato
dà onore al merito, al cervello e al potere.
Decide oggettivo sul nostro valore,
assegna i beni e i livelli sociali,
rifiuta l’uguale, premia il migliore
contro gli ipocriti istinti morali.
Bestie inglesi, bestie irlandesi,
bestie del nord, del sud, del mondo,
bestie abitanti in ogni paese
un radioso futuro ci attende».
Il cordone tagliato dai due ratti con i loro aguzzi denti da roditori svelò un enorme globo raffigurante il mondo coperto di monete su un piedistallo di porfido in cui spiccava, a caratteri, cubitali l’iscrizione latina: nihil satis est quia tanti habeas sis.
Malauguratamente, proprio mentre cadeva la tenda, il cellulare di G.W., che era anche il direttore del Fondo mondiale “RATS per il futuro”, lanciò nell’aria il suo squillo di nervosa musica rock. La cerimonia si bloccò immediatamente, la banda cessò di suonare, il corteo dei ratti seguito dai cani si arrestò a metà strada. G.W. spinse il tasto per aprire l’auricolare. La notizia doveva essere positiva perché cominciò ad armeggiare sulla tastiera con aria soddisfatta.
Dal suo conto alle Isole Cayman partì un ordine per chiedere un prestito alla Know Loon Bank di Hong Kong. Acquistò così a Dubai 3 milioni di barili di petrolio a tre mesi, puntando decisamente al rialzo dell’idrocarburo. Se il suggerimento era giusto, la scommessa avrebbe portato in cassa qualche milione di dollari con un guadagno del 20%. Con un tasso d’interesse della banca del 4% (praticato naturalmente solo ai migliori clienti) avrebbe guadagnato il 18% in tre mesi, 72% su base annua.
Valeva la pena, in definitiva, di interrompere la cerimonia per questa transazione, anche se le oche starnazzavano, i cani abbaiavano, i piccioni si misero a tubare indispettiti… Ma nessuno protestò. Tutti erano presi dai loro affari e la cerimonia rischiava di tradursi in una perdita di tempo e di denaro.
Le loro fortune dipendevano da queste transazioni e nessuno dei presenti poteva veramente lamentarsi, soprattutto se aveva vissuto nel precedente regime. La cerimonia riprese subito dopo e i due ratti si avvicinarono al monumento insieme ad altri animali per la festa ufficiale e le riprese cinematografiche e televisive. Il monumento era posto di fronte al granaio in cui nel passato si tenevano le assemblee condotte dai suini, nelle varie fasi della loro rivoluzione e della successiva involuzione».