Caos calmo
Dopo La stanza del figlio, un altro film sull’elaborazione del lutto per Moretti. Qui è Pietro, a cui muore d’improvviso la moglie, mentre lui è al mare a salvare la vita ad una sconosciuta. Non ci sono lacrime in lui né nella figlia Claudia, di dieci anni. Un dolore muto, sordo. Ma, internamente, esplode il caos: nulla è più come prima. Pietro passa i giorni seduto su di una panchina di fronte alla scuola della figlia. Quest’angolo diventa un punto di osservazione del mondo intorno. Una ragazza col cane, un bambino down, un vedovo e poi parenti, amici, colleghi che vengono a consolarlo ma in realtà sfogano i propri dolori. Lui appare freddo: non ha appigli di valori, si lascia vivere pensando che tutto è ormai irrimediabile. Ma la vita reclama il suo corso: Pietro sviene, gli salgono lacrime strozzate, inizia una storia con Eleonora, la donna cui ha salvato la vita. Con lei vivrà un momento di sesso senza amore, ma liberatorio, come le lacrime. Finché sarà la figlia a dirgli che nulla è irrimediabile, basta saper comunicare. E ricominciare. Tratto dal romanzo omonimo di Veronesi, il film è un ritratto corale di una umanità smarrita cui dà voce e figura un Moretti imploso, commosso e partecipe, talvolta troppo cervellotico, ma vero. Nel cast assortito spiccano un dolente Silvio Orlando – cattolico in crisi a cui sfugge una bestemmia (necessaria? O non è la solita furbata, come l’improvvisa, troppo lunga scena di sesso?) – il superficiale di buon cuore Gassman, una sanguigna Isabella Ferrari e Valeria Golino, nel consueto ruolo di ribelle svanita. Il film tiene, anche grazie al ritmo narrativo senza pause, alle musiche dolorosamente belle di Buonvino e ad una fotografia lucida, impietosa. Caos calmo è di un realismo triste e sconsolato: di fronte alla morte non ci sono risposte, l’uomo precipita nel gelo interiore. Alla fine, tuttavia, esiste un bagliore di un possibile recupero della vita. Faticoso. Meno male che ci sono i bambini a dare un poco di fiducia agli adulti, sperduti nella nebbia del dolore. Con Nanni Moretti, Isabella Ferrari, Valeria Golino, Silvio Orlando, Alessandro Gassman. Regia di Antonello Grimaldi.